Salute

Polmoniti in aumento, difenditi così

L'infezione respiratoria colpisce mezzo milioni di italiani. Ora per gli adulti c'è anche il vaccino

È un nemico subdolo. Che colpisce così, intrufolandosi nella tua vita quasi sotto mentite spoglie. E Renzo Arbore, che qualche anno fa l’ha incrociato (leggi la confessione sul tema rilasciata a OK), conferma: «La mia polmonite è arrivata in modo inaspettato. Sembrava un comune raffreddore, poi solo una fastidiosa influenza».

Polmonite: la scatena
un esercito di germi
A scatenare il disagio è un vero e proprio esercito di microscopici invasori: virus e batteri. I loro nomi? Li sciorina Francesco Blasi, professore di medicina respiratoria all’Università di Milano. «Sono gli adenovirus, i coronavirus, l’herpes virus, il virus respiratorio sinciziale o i virus influenzali a causare la forma virale, che si trasmette per contagio attraverso le goccioline di saliva infette. Sono invece lo pneumococco (sei volte su dieci è lui il responsabile), la Legionella, il Mycoplasma o la Chlamydia a scatenare la forma batterica curabile con gli antibiotici».
In entrambi i casi, i campanelli d’allarme sono: tosse insistente, secca o produttiva, febbre, catarro che cambia consistenza e colore, e dolore al torace se l’infezione infiamma la pleura. Solo negli anziani la polmonite si può manifestare in modo alquanto atipico, addirittura senza febbre o con una lieve febbriciattola o con segni di confusione mentale.

Gruppo San Donato

Il sistema immunitario va ko
Quand’è che l’invasore colpisce? Una cosa è certa: quando sul suo cammino, dalla bocca ai polmoni, non trova un apparato di difese immunitarie pronte a contrastarne l’avanzata. Difese immunitarie sotto tono, dunque. È questo il vero gancio che i virus o i batteri della polmonite colgono al volo per prendere il sopravvento. Soprattutto lo pneumococco, che di norma alloggia tra la bocca e la laringe, magari giunto lì con un bacino del nipotino dato al nonno, e che scatena una polmonite esplosiva quando le difese immunitarie cominciano a vacillare.

CONTINUA A LEGGERE

Comunque, se la polmonite è oggi in aumento (colpisce circa 450-500mila italiani all’anno), lo si deve proprio al fatto che un italiano su due esclude che il problema possa riguardarlo, come sostiene la recente indagine condotta dal Censis su 1.200 soggetti di 50-80 anni. Senza pensare che diabete, alcol, fumo e malattie croniche, noti fattori che incrinano l’efficienza delle difese immunitarie, sono in aumento.

Polmonite diffusa
tra bimbi e over 50
«Se è più diffusa di un tempo, soprattutto tra i bambini con meno di cinque anni e gli adulti con più di 50 anni, fa tuttavia meno paura di una volta», conforta Blasi. «Chi si ammala di polmonite può curarsi tranquillamente a casa nell’80% dei casi e non mette quasi più a repentaglio la propria vita: la mortalità è infatti crollata dal 60-70% a meno dell’1% a domicilio, e a circa il 10% in ospedale».
Ma anche per gli over 50 c’è ora un’arma preventiva: il vaccino coniugato 13valente, per giocare d’anticipo sulla polmonite scatenata dallo pneumococco e sulle sue complicanze. «Finora era raccomandato (e gratuito nella grande maggioranza delle Regioni) nei bimbi con meno di cinque anni», spiega Paolo Bonanni, professore di igiene al dipartimento di sanità pubblica dell’Università di Firenze. «Nei piccoli pazienti, ha dimostrato di avere un’efficacia superiore al 90%, di ridurre la circolazione del batterio tra i genitori e i nonni, e di tutelare anche dalle otiti scatenate da questo germe».
Ora la Commissione europea ha esteso il possibile uso di tale vaccino anche agli adulti in là con gli anni, nei quali è risultato significativamente immunogeno: una sola dose, (acquistata in farmacia al prezzo di 99 euro), garantisce una protezione di lunga durata. Il vaccino è consigliato a chi può avere le difese immunitarie vulnerabili, in pratica tutte le persone anziane, con particolare attenzione per fumatori, alcolisti, diabetici, malati cronici, e individui che sono in trattamento con cortisone o terapie immunosoppressive. Va d’accordo anche con altre vaccinazioni, come per esempio quella antinfluenzale.
Ma, dopo il vaccino, la polmonite può ancora colpire? «Sì, perché virus e altri batteri possono scatenarla», risponde Bonanni. «La vaccinazione è però molto importante perché protegge dai 13 ceppi di pneumococco più “cattivi”».
Manuela Campanelli – Oggi

Ultimo aggiornamento: 23 novembre 2011

Chiedi un consulto agli infettivologi di OK

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio