La rottura del legamento crociato anteriore (Lca) è un incidente abbastanza frequente nello sci e in altri sport come calcio e basket.
«Questo incidente non compromette il normale modo di camminare e di correre, ma è critico per gli sportivi, perché il ginocchio diventa ad alto rischio di cedimento, soprattutto quando si devono affrontare bruschi cambi di direzione o salti», spiega Roberto D’Anchise (puoi chiedergli un consulto), primario dell’unità operativa di chirurgia del ginocchio dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano. Ecco quindi la necessità di ricostruire il legamento rotto.
Negli anni 80 era molto diffusa la tecnica, rivelatasi poi fallimentare, che prevedeva l’uso di legamenti artificiali, molto fragili e destinati a rompersi in breve tempo. Oggi si è tornati al sistema dell’autotrapianto (già conosciuto e praticato in precedenza), utilizzando tendini del ginocchio che vengono prelevati dal paziente stesso.
Negli ultimi anni è diventato possibile anche l’utilizzo dell’allograft, ovvero il prelievo di legamenti da donatori. «Il reale vantaggio è che si lascia integro il ginocchio del paziente perché non gli si toglie più neppure un minuscolo pezzettino di tendine», spiega D’Anchise. E il pericolo di rigetto è minimo, perché il tendine ha pochissime cellule in grado di scatenare una tale reazione. «Questo tipo di ricostruzione è prevalentemente indicato nelle rotture di più legamenti del ginocchio o nelle rotture dei legamenti già operati», chiarisce D’Anchise.
L’unico inconveniente è che esiste un minimo rischio di trasmissione di malattie virali dal donatore, nonostante i controlli.
OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2010