Sessualità

Paura del mare? Impara ad abbandonarti

La fobia dell'acqua si vince da piccoli ma anche da adulti: ecco i consigli dello psicologo

La paura dell’acqua è una fobia che si trasforma in crisi d’angoscia. Può derivare da un episodio traumatico scatenante, come un incidente, ma può anche discendere da un blocco psicologico dovuto all’insicurezza rispetto all’ambiente in cui ci si trova. Il bambino molto spesso ha paura dei tratti di mare in cui non tocca e non genericamente dell’acqua. Conseguente allo scatenarsi di questa fobia è l’angoscia da soffocamento, che provoca un peggioramento della situazione: nel tentativo di gridare si tende a buttar fuori l’aria dai polmoni, così come l’eccessivo gesticolare non agevola la coordinazione.
Spiega Luigi Cancrini, presidente del Centro studi di terapia familiare e relazionale: «Per superare questa paura, può aiutare quella che noi specialisti chiamiamo pratica di desensibilizzazione. Si tratta di aiutare il paziente ad avvicinarsi progressivamente all’acqua, in modo da far decrescere man mano il terrore di abbandonarsi».
Questo è più semplice se il bambino è piccolo: intorno ai tre o quattro anni si può intervenire facendo leva sulla presenza rassicurante di un adulto di fiducia. Superata quest’età è sempre più difficile. Perché nell’adulto il senso della paura diventa più strutturato e, di conseguenza, diminuisce la capacità d’abbandonarsi. In ogni modo, è meglio cercare di affrontare le paure: il bagaglio delle potenzialità di ogni persona si arricchisce.
Maria Grazia Filippi – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 30 luglio 2010

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