Rita Ciabattari ha 78 anni e vive a Pieve San Paolo (Lucca). Quando suo marito Giorgio è stato ricoverato d’urgenza per un infarto si è sentita male e ha mostrato gli stessi sintomi del coniuge: in realtà, la sua era sindrome di Tako-Tsubo (leggi l’approfondimento del medico), dovuta allo stress.
Ecco la testimonianza della lettrice a OK La salute prima di tutto.
«Il medico urlava: “Via, portatelo via al volo. È un infarto“. Era arrivato a bordo dell’autoambulanza del 118 e aveva visitato mio marito. Nonostante la sua grossa mole, Giorgio è stato steso sulla lettiga e alla velocità di un soffio del vento è stato trasportato all’ospedale di Lucca.
Mi sono sentita crollare il mondo addosso: “Oddio, adesso muore”.
Preoccupata per il ricovero di mio marito
Io me lo aspettavo che qualcosa di brutto sarebbe successo. Già da giugno Giorgio non stava bene. Era affannato e abbacchiato. Colpa del caldo, diceva. Ma io non gli credevo. Lo vedevo giù di corda, proprio lui che è sempre stato un uomo di compagnia.
E più lo vedevo così, più un tarlo rosicchiava la salute anche a me. Ero preoccupatissima. Ormai dormivo pochissimo, non più di tre ore e mezza a notte, ero sempre ansiosa.
Io me l’aspettavo che sarebbe successo. E infatti quella sera maledetta mi sono trovata mio marito seduto sul letto, con un peso sul petto, sudato fradicio.
In quei dieci minuti di strada da casa nostra all’ospedale mi sono sentita uno “strizzotto” in mezzo al petto. Come se il mio cuore fosse uno di quei panni che strizzo prima di stendere all’aria.
All’unità coronarica ascoltavo i medici che parlavano di Giorgio. “Ha due coronarie bloccate, occorre mettere uno stent qui e un altro qui, bisogna fare presto, presto!”, diceva il cardiologo Francesco Bovenzi, chiamato d’urgenza.
Le mie coronarie erano sanissime!
Io a quel punto non ce l’ho fatta più. Sono sbiancata, ho iniziato a sudare… Mi sono sentita morire di crepacuore. Di corsa i dottori mi hanno messo sullo stesso lettino su cui qualche minuto prima c’era Giorgio. Mi hanno fatto esame del sangue, elettrocardiogramma… Qualcosa al cuore non andava, questo era sicuro.
Era un infarto? Avevo tutti i sintomi, ma i medici non erano convinti. Allora mi hanno fatto la prova del nove: angiografia. Con una sondina sono arrivati fino alle coronarie… Che erano sanissime! Com’era possibile?
Si trattava, mi hanno poi spiegato i medici, di un disturbo col nome giapponese: la sindrome di Tako-Tsubo. In pratica, è come se uno ha l’infarto e invece non ce l’ha.
Perché m’è successo? Ve lo spiego così: mi ero talmente preoccupata che il mio cuore è andato momentaneamente in tilt. Per fortuna, niente di grave. I cardiologi hanno deciso di tenermi sott’occhio e mi sono ritrovata nella stanza della terapia intensiva dov’era ricoverato il mio Giorgio.
Sono tornata a casa un giorno prima di lui. La mia cura? L’aspirinetta per tenere fluido il sangue, un farmaco per sostenere il cuore e un ansiolitico per stare più tranquilla.
Rita Ciabattari – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 1 febbraio 2010
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