Salute

Neuropatia motoria multifocale: è spesso confusa con la SLA, ma si può curare

Debolezza alle mani, difficoltà di digitare un sms o girare le chiavi nella serratura possono essere i primi sintomi di una patologia neurologica seria. Il primo passo è rivolgersi al medico di base, che dovrà poi indirizzare il paziente da uno specialista neurologo. Solo uno specialista è infatti in grado di diagnosticare la Neuropatia Motoria Multifocale (Multifocal Motor Neuropathy - MMN), patologia rara che affligge per lo più uomini tra i 20 e i 50 anni. Si tratta di una malattia che ha una prevalenza di 0,5 individui ogni 100.000 abitanti e che può essere confusa con un’altra patologia ben più grave, la SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, gravissima patologia degenerativa incurabile e a esito fatale. La MMN, a differenza della SLA, ha un andamento molto più lento, non causa perdita di sensibilità e soprattutto può essere efficacemente curata con una terapia  disponibile anche in Italia.

Debolezza alle mani, difficoltà di digitare un sms o girare le chiavi nella serratura possono essere i primi sintomi di una patologia neurologica seria. Il primo passo è rivolgersi al medico di base, che dovrà poi indirizzare il paziente da uno specialista neurologo.
Solo uno specialista è infatti in grado di diagnosticare la Neuropatia Motoria Multifocale (Multifocal Motor Neuropathy – MMN), patologia rara che affligge per lo più uomini tra i 20 e i 50 anni. Si tratta di una malattia che ha una prevalenza di 0,5 individui ogni 100.000 abitanti e che può essere confusa con un’altra patologia ben più grave, la SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, gravissima patologia degenerativa incurabile e a esito fatale.
La MMN, a differenza della SLA, ha un andamento molto più lento, non causa perdita di sensibilità e soprattutto può essere efficacemente curata con una terapia  disponibile anche in Italia.
“Si tratta di una patologia infiammatoria del sistema nervoso periferico”, ha spiegato il professore Gabriele Siciliano, professore associato di neurologia all’Università di Pisa, in occasione del convegno ‘Le malattie disimmuni del sistema nervoso’ organizzato il 29 novembre a Roma con il contributo educazionale di Baxter. “Soggiace a un meccanismo infiammatorio di tipo autoimmune, per il quale l’organismo produce autoanticorpi che per errore aggrediscono la fibra nervosa periferica. I sintomi della patologia sono piuttosto aspecifici, in quanto la patologia danneggia solo le fibre nervose motorie, causando inizialmente una perdita di forza e il blocco della conduzione motoria”.
Per diagnosticare la patologia prima di tutto è necessario eseguire un’elettromiografia delle zone interessante, un esame non invasivo e poco costoso. In presenza di blocco di conduzione motoria (blocco della propagazione dello stimolo nervoso) si deve immediatamente pensare alla MMN. Il sospetto terapeutico viene poi confermato dal dosaggio anticorpale, che indica la presenza della patologia autoimmune. Tramite un’analisi del sangue viene monitorata la presenza di anticorpi IgM anti GM1, gli anticorpi che bloccano la conduzione motoria. Una volta ottenuta la diagnosi è necessario iniziare tempestivamente il trattamento terapeutico, in grado di modulare o inibire la risposta immunitaria e la conseguente progressione della malattia.
Il trattamento d’elezione per questa patologia è la terapia a base di immunoglobuline specifiche: anticorpi che vanno ad agire contro gli autoanticorpi che generano la reazione autoimmune. La terapia è generalmente ben tollerata e risulta efficace nella stragrande maggioranza dei pazienti.
Per questo possiamo dire che la MMN può essere efficacemente curata, garantendo ai pazienti la possibilità di una vita socialmente e lavorativamente attiva.
Da tener presente che il  farmaco a base di immunoglobuline con specifica indicazione va somministrato per lunghi periodi, spesso per anni. In alcuni casi la malattia può andare completamente in remissione, in altri casi la patologia viene stabilizzata e tenuta sotto controllo. Si tratta di un farmaco costoso ma le alternative più economiche, rappresentate ad esempio dagli steroidi, per la MMN non solo non funzionano, ma rischiano di peggiorare la soluzione.

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