La lussazione della rotula può essere recidivante (cioè episodica) o permanente.
«In caso di lussazione recidivante, il paziente avverte un cedimento, con la rotula che può spostarsi dalla sua sede completamente o parzialmente (sublussazione)», spiega Roberto D’Anchise (puoi chiedergli un consulto), primario dell’unità operativa di chirurgia del ginocchio dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano.
Più rara è la lussazione della rotula permanente: una malformazione congenita che impedisce all’articolazione del ginocchio di funzionare bene. «In condizioni normali, la rotula si articola con il femore», dice D’Anchise. «Nella lussazione permanente, invece, la rotula rimane fuori dalla sua sede e impedisce alla persona di camminare normalmente». Col tempo, la rotula si deforma. Le cartilagini si consumano progressivamente e i rapporti articolari sono compromessi.
«Nella lussazione episodica, l’intervento prevede il riposizionamento della rotula nella sua sede spostando l’inserzione del tendine rotuleo, cioè collegato alla rotula, e intervenendo anche sui muscoli», continua D’Anchise.
Nella lussazione permanente, invece, spesso il quadricipite è accorciato, perché non contribuisce più al movimento della gamba e si atrofizza. «In questo caso, oltre a fare quando descritto per la recidivante, la correzione chirurgica consiste nello staccare il muscolo quadricipite dal punto di inserzione, a livello dell’anca, per allungarlo», spiega D’Anchise. A volte si allunga anche il tendine corrispondente, incidendolo. Si procede poi ad asportare le aderenze che si sono formate nella parte esterna della rotula.
Paola Occhipinti – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2010