Guerra alla stipsi con i semi di lino. Sì, il semplice «rimedio della nonna» (mangiare un cucchiaio di semi di lino accompagnato da un paio di bicchieri d’acqua) funziona e sembra risolvere i problemi di stitichezza. I semi di lino, infatti, a contatto con l’acqua nello stomaco formano una sorta di mucillagine che ammorbidisce le feci e ne aumenta il volume. Un incremento che stimola la peristalsi, cioè l’espulsione delle feci da parte dell’intestino.
USO. Accanto a un’alimentazione ricca di fibre e un’attività fisica costante, questi semi rosso bruno, lunghi 4-5 mm, coadiuvano la defecazione. Due le ricette. La prima prevede che si prendano 4 o 5 cucchiaini da tè di semi, li si spezzetti, li si lasci in ammollo per venti minuti, poi si filtri la bevanda e si beva. La seconda opzione, indicata per coloro che sono a dieta (i semi hanno un grande apporto calorico, 470 calorie per cento grammi) prevede l’ingestione di un paio di cucchiai di semi e, di seguito, di un bicchiere o due d’acqua. I semi transiteranno nell’intestino aumentando di volume e rilasciando le sostanze emolienti, ma usciranno ancora interi. Così i grassi di cui sono ricchi non verranno assorbiti dall’intestino.
PRO. Essendo, più che un lassativo, un emoliente, una sorta di facilitatore per il passaggio delle feci, può essere utilizzato con frequenza. Aiuta anche disinfiammare le mucose irritate, magari dall’uso di troppi lassativi.
CONTROINDICAZIONI. I semi di lino non hanno interazioni con altri farmaci. Il principale effetto collaterale è una possibile flatulenza. Gli esperti consigliano però di non utilizzarli sui bambini di meno di sei anni e quando si soffre di occlusione intestinale e restringimento dell’esofago.
NON SOLO SEMI. I semi di lino contengono molte proprietà benefiche per il nostro organismo come sali minerali, proteine, lipidi e acidi grassi omega 3 conosciuti per le capacità benefiche per il cuore. Particolarmente utile per l’organismo l’olio di semi di lino. «Contiene ben 57 grammi di omega 3 ogni cento di prodotto», spiega Barbara Paolini, nutrizionista dell’Università di Siena. «La dose consigliata è di circa un grammo e mezzo per gli uomini adulti e di un grammo per donne e bambini (da uno a due cucchiaini al giorno)». Attenzione: quest’olio va usato solo a crudo perché scaldato perde i suoi benefici. Inoltre va conservato in un luogo buio e fresco: oltre i 20 gradi si attivano processi di ossidazione e gli omega 3 si alterano. L’olio di fatto va a male, diventa rancido e maleodorante e va buttato.
Simone Fanti – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 26 luglio 2011