BenessereConsigli

Luca Barbareschi: ho imparato a rispettare il mio cuore

«Facevo una vita da pazzo e soffrivo di tachicardia. Ho deciso di rallentare i ritmi e tutto è migliorato. Anche l'amore»

«Recitare, viaggiare, lavorare e correre: una vita da pazzo e una tachicardia alle stelle», racconta Luca Barbareschi, dal 22 gennaio ogni venerdì in prime time su La7 con il talk show provocatorio «Barbareschi Sciock». «Un giorno, un dolore terribile. Infarto? No, però un campanello d’allarme. Da allora, basta stress, alimentazione nuova e tanto yoga».
Ecco la confessione dell’attore a OK.

«Facevo una vita da pazzo. Teatro, televisione, cinema, viaggi continui tra Italia e America, produzioni da avviare, proposte da leggere, progetti da definire. Correvo, perché il tempo era sempre troppo stretto. In macchina, a piedi, per la strada, nei corridoi degli uffici, perfino verso la porta di casa. E il cuore correva con me: 120/130 pulsazioni al minuto.
La tachicardia era costante. Finché un giorno, in macchina, mentre guidavo col ginocchio e urlavo ai telefoni, sì, al cellulare e a quello fisso dell’auto, ho sentito un male tremendo allo stomaco, così forte da piegarmi, da farmi accostare. Ho pensato a un infarto. Invece, per fortuna, era la conseguenza di un’intossicazione alimentare, un’epatite A che è stata un campanello d’allarme per costringermi a rivedere tutta la mia esistenza.

Gruppo San Donato

Ho imparato a rispettare il mio corpo
Mio zio, un anatomopatologo poeta e sognatore, mi ha costretto a letto per due mesi, con patate bollite e acqua minerale, in una nostra casa in campagna, lontano dallo stress e dai rumori. E lì, in quei giorni di riposo forzato, ho cominciato piano piano a rispettare il mio corpo come il mio piccolo tempio.
Ho capito che il mio cuore doveva decelerare la sua corsa altrimenti, un giorno o l’altro, si sarebbe fermato. Una vacanza in un centro a Lugano mi ha alfabetizzato, non solo sul piano alimentare, ma sullo stile di vita, perché ci intossichiamo di cibo e di litigate e non ci fermiamo ad ascoltare i segnali del corpo, a considerare quello che gli mettiamo dentro, quello che facciamo per la sua manutenzione.
Lì ho anche imparato a respirare, con uno specialista che veniva da Parigi e curava addirittura la depressione con la respirazione.

CONTINUA A LEGGERE

I polmoni sono l’unico organo interno che possiamo comandare con la testa e, usandoli bene, riusciamo a cambiare il cuore, a rallentarne il ritmo, fornendo le arterie della giusta ossigenazione da portare al cervello.
Per un attore, è una pratica fondamentale. Vero che sei abituato a lavorare col diaframma ma, spesso, quando smetti di recitare e ti rituffi nei soliti ritmi del quotidiano, è come se perdessi il controllo. Invece, con l’esercizio continuo e la concentrazione, il metodo diventa naturale, spontaneo, automatico.
Insomma, ho preso coscienza di me, scoprendo una nuova dimensione della vita. Durante un soggiorno in America, ho seguito corsi di yoga ashtanga, la più antica disciplina indiana da cui sono poi derivate tutte le altre, basata sulla sincronizzazione del respiro e la contrazione dello stomaco, insieme a una serie progressiva di posizioni, per migliorare la circolazione, alleggerire e rafforzare il corpo e calmare la mente.
A Roma e a Milano seguo i corsi tutti i giorni, e quando non riesco ad andare in palestra, lo faccio a casa con i dvd.

Confesso che sono un libertino pentito
Così sono riuscito a riportare il fisico a quello dei 30 anni, col peso e l’agilità di allora, e addirittura la stessa altezza, un metro e 88 centimetri, recuperandone quasi due che avevo perso con l’età e la postura sbagliata.
La tachicardia è scomparsa. Ora il mio cuore è tranquillo, viaggia a 64 battiti al minuto. E anch’io, con lui, mi sono calmato. Non voglio fare il fondamentalista della salute, ma si deve capire che il corpo è una macchina e tu solo sei responsabile della sua manutenzione.
Per questo ho modificato le mie abitudini quotidiane: mi alzo al sorgere del sole e mi addormento presto. E, quando la sera lavoro a teatro, salto quelle terribili tavolate alle due di notte.
Ora, con il fisico in forma e la testa lucida, mi sento pieno di energie. Io, che sono stato un grande libertino, confesso che solo oggi ho imparato davvero a fare bene l’amore, perché se lo fai in maniera compulsiva, alla fine è stancante e non ti resta nulla. Fare l’amore con amore, invece, ti ricarica di gioia».
Luca Barbareschi
(testo raccolto per Ok dell’aprile 2006 da Lucia Castagna)

Soffri di tachicardia? Chiedi un consulto ai cardiologi di OK

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio