Mauro Marin, vincitore del Grande Fratello 10, ha confessato di aver sofferto di gravi disturbi psichici. Una schizofrenia affettiva con disturbo bipolare, secondo quanto diagnosticato dal primario dell’ospedale di Montebelluna (Treviso). Per questo, Marin è stato sottoposto al trattamento sanitario obbligatorio.
L’inquilino della casa del Gf ha deciso di raccontarsi nel libro C’è una cosa che non vi ho detto, anticipato da Chi. La produzione del Gf era al corrente di tutto, anche perché quando partecipò ai provini era ancora domiciliato in ospedale.
La camicia di forza
Marin, che dopo la vittoria ebbe un malore durante una videochat a causa dello stress (GUARDA IL VIDEO), rivela nel libro di essersi sentito come con una camicia di forza: «Ricordo che quando mi legavano nel letto di contenzione, non sentivo più il sangue che circolava nelle vene». E ancora: «I farmaci per un lungo periodo mi hanno ucciso. La mia motricità era rallentata». Tanto da fargli pensare al suicidio, anche perché «in manicomio, anzi nella struttura, perché è così che si chiama, le giornate sono uguali».
Poi la partecipazione al Gf. «Facevo i provini per il reality, ma ero domiciliato nella struttura. Il dottor Carlo Alberto Cavallo, psicologo del programma, sapeva tutto. Mi diceva che stavo bene e che ero pronto», racconta.
Come tutti gli aspiranti concorrenti, infatti, Manin è stato sottoposto dalla Endemol (la casa di produzione) a visite mediche e test per assicurarsi che fosse in grado di sostenere la situazione.
Il parere dello psichiatra
Tutto tranquillo? Non proprio. Lo psichiatra Vittorino Andreoli, sul Corriere della Sera, spiega: «Mauro Marin dice che soffriva di sindrome bipolare, ossia fasi portate all’estremo di eccitazione (maniacalità) alternate ad altre di umore triste (depressione). Nella storia raccontata, questa sindrome ha richiesto un ricovero contro la volontà del paziente, il quale evidentemente non accettava di sottoporsi a cure». Questo, dice Andreoli, pone due problemi. Il primo è che partecipando al reality show, si è sottoposto a uno stress che avrebbe potuto aggravare il disturbo mentale: «E se un malato non è in grado di decidere per le propria cura, come può decidere di poter partecipare a questo programma?». In secondo luogo, gli altri inquilini della casa, all’oscuro di tutto, avrebbero potuto avere comportamenti sbagliati nei suoi confronti. E lui nei loro.
E infine: «Questo malato ha partecipato e ha vinto. Ebbene, questo mi riempie di tristezza perché non vorrei si credesse che la follia, e in questo caso probabilmente la fase maniacale del disturbo di cui soffre questo paziente, sembrasse addirittura un elemento positivo per lo spettacolo, per quella forma di successo che ormai è celebrato dalle televisioni senza rispetto per nessuno. Il malato va rispettato e serve una psichiatria più avanzata per curarlo meglio, e non è possibile tornare indietro per fare dei matti oggetti di successo televisivo».
OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 21 luglio 2010