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Cassano: sofferenza cerebrale Sarà operato al cuore

L'area del cervello del giocatore del Milan colpita è piccola e non ci sono danni neurologici persistenti. La causa? Un forame ovale pervio (pfo), che sarà chiuso con un intervento

«Antonio Cassano ha manifestato una sofferenza cerebrale su base ischemica». E per questo, spiega il comunicato stampa del Milan, sarà necessario un piccolo intervento al cuore. Dopo giorni di attesa, ecco svelato il nome del nemico dell’attaccante rossonero, che lo ha messo ko domenica 30 ottobre. Si tratta di un forame ovale pervio cardiaco interatriale (pfo): è stato scovato grazie agli accertamenti e agli esami che hanno richiesto 72 ore.

Secondo le analisi fatte al Policlinico di Milano, Cassano ha subito una sofferenza cerebrale dovuta a un’ischemia: si è trattato probabilmente di Tia (ischemia cerebrale transitoria) che ha colpito un’area cerebrale circoscritta e che non ha determinato deficit neurologici persistenti.

Gruppo San Donato

Colpa del forame ovale: può causare piccoli coaguli di sangue che, nel cervello, ostruiscono un vaso provocando l’ischemia. Il prossimo passo, dunque, è l’intervento chirurgico che chiuderlo. Ma di cosa si tratta (GUARDA IL PDF)? «Non è, come il nome lascia pensare, un buco nella parete che separa i due atri del cuore, ma uno scollamento di questa membrana, che si comporta come la porta di un saloon: si apre e si chiude alternativamente, facendo entrare il sangue dall’atrio destro a quello sinistro, o viceversa», spiega Mario Carminati, direttore dell’unità operativa di cardiologia pediatrica al Policlinico San Donato (Milano).

Il cuore è diviso in quattro cavità: due ventricoli, in basso, e due atri nella parte alta. L’atrio destro è collegato al ventricolo destro, e raccoglie il sangue venoso che arriva dalla periferia, per mandarlo ai polmoni e ossigenarlo; l’atrio sinistro è collegato al ventricolo sinistro e raccoglie dai polmoni il sangue arterioso, ossigenato, per distribuirlo nuovamente ai tessuti.

Il cuore destro e il cuore sinistro, come vengono chiamati, non comunicano mai fra loro, se non durante la vita fetale, quando il sangue ossigenato arriva dalla madre, attraverso la placenta, e i polmoni sono esclusi, perché non ancora formati e funzionanti.
«Pochi giorni dopo la nascita, in genere, il forame ovale si chiude e i due atri si separano», spiega Carminati. «Il 20- 25% delle persone adulte, però, vive con la membrana ancora aperta, sia pure in minima parte. Questa circostanza non interferisce con l’ossigenazione generale dell’organismo, perché le quantità di sangue scambiate sono molto ridotte, ma ha qualche influenza sulla formazione degli ictus e sull’insorgenza dell’emicrania». Non per niente, circa l’8% delle persone colpite da ictus e il 50% di quelle afflitte da emicrania con aura hanno il forame ovale ancora aperto. §

I tempi di recupero per Cassano? Per il ritorno all’attività agonistica, spiega il Milan, ci vorrà verosimilente qualche mese. Ma si avranno maggiori certezze dopo l’intervento.
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Ultimo aggiornamento: 2 novembre 2011

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