Tamburellare con le dita sulla scrivania, accavallare le gambe, muovere su e giù i piedi facendo perno sul tallone, sporgersi da dietro il computer, aprire i cassetti, alzarsi per prendere un libro o guardare fuori dalla finestra (guarda la gallery). «Sembra strano, ma questi micromovimenti, che i tecnici chiamano fidgeting (irrequietezza motoria), possono influire molto sul dispendio energetico, cioè sulla quantità di energia che utilizziamo durante la giornata, e possono anche avere effetti positivi sul metabolismo», spiega Luca Scalfi, professore ordinario di nutrizione umana all’Università Federico II di Napoli.
Si smaltisce la coppa di gelato
«Gli esperti hanno calcolato il numero di calorie che possono essere smaltite in una giornata di micromovimenti continui e regolari: sono circa 180, l’equivalente di una coppa di gelato», dice Scalfi. «Un giorno di fidgeting equivale a un’ora di camminata a passo veloce, o a 20 minuti di cyclette».
Intendiamoci, non bisogna confondere il fidgeting con l’ipercinesia, o con un disturbo motorio. «Qui stiamo parlando di piccoli gesti che rientrano nelle normali azioni di una persona sana», continua il nutrizionista. «Micromovimenti che andrebbero incentivati, per sottoporre a un minimo di esercizio i diversi muscoli del nostro corpo, messi a dura prova dalla vita sedentaria».
È qualcosa di simile a quello che suggeriscono le compagnie aeree per prevenire i problemi vascolari durante i viaggi più lunghi: ogni ora di semi-immobilità sui sedili del velivolo va compensata con almeno cinque minuti di esercizi fisici.
I gesti attivano la termogenesi
L’interesse sul fidgeting è in crescita. Alcuni anni fa ha cominciato la Mayo Clinic di Rochester (Stati Uniti), con una ricerca pubblicata dall’American journal of clinical nutrition. Secondo i medici, i micromovimenti attivano in modo efficace la termogenesi (cioè la produzione di calore) da parte delle cellule, liberando energia.
«In base ad alcune stime, un uomo adulto di peso standard (75 chili) consuma circa una chilocaloria al minuto quando è seduto (circostanza che è simile, come necessità energetiche, allo stare sdraiati)», dice Scalfi. «Ebbene, grazie al fidgeting la spesa energetica aumenta di circa il 50%: questo significa 30 chilocalorie in più all’ora, cioè 150-180, appunto, dopo cinque o sei ore passate alla scrivania».
Ma come si fa a capire quanti micromovimenti facciamo e quante calorie ci permettono di consumare davvero? Esistono strumenti che promettono di fare questi conteggi, ma nessuno ha ancora ottenuto un imprimatur ufficiale. Bisognerebbe utilizzare almeno cinque sensori: uno per ogni arto e uno per il tronco. Diverse aziende propongono aggeggi così. Ma è più semplice autoregolarsi, ricordandosi di tamburellare almeno un po’, tutte le ore.
Paolo Rossi Castelli – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento : 10 settembre 2010
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