Salute

Ragadi, si curano con un palloncino

Per guarire le dolorose ferite al canale anale non è necessario il bisturi: un intervento soft permette di cicatrizzare i tagli

«La ragade è una ferita della mucosa del canale anale: una spaccatura che, in alcuni casi, può arrivare fino al muscolo sfintere interno, provocando spasmi dolorosissimi e prolungati, con occasionali perdite di sangue», spiega Luigi Masoni, responsabile dell’unità operativa di chirurgia dell’ano-retto e pavimento pelvico all’Azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma.

• Le cause. Le ragadi nell’ano si formano, in genere, per il passaggio di feci troppo voluminose. Normalmente i tessuti si rigenerano in fretta, ma in alcune persone lo sfintere resta iper contratto e rende difficile la cicatrizzazione: insorge la ragade, spesso unica e posteriore (verso il coccige).
Esistono alcuni fattori di rischio, che peggiorano la situazione: malattia emorroidaria; infezioni nella zona ano-pelvica (per esempio, candidosi); colon irritabile; sudorazione eccessiva (dovuta al caldo estivo) o scariche di diarrea, che favoriscono le screpolature della pelle.

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• La dieta. Nel caso delle ragadi lievi, un’alimentazione ricca di fibre e almeno due litri d’acqua al giorno aiutano a rendere più morbide le feci e, insieme all’uso di specifiche pomate, a far cicatrizzare le ferite.

• La chirurgia. Se la ragade è profonda o persistente è necessario l’intervento. In passato si eseguiva sempre la sfinterotomia, cioè una sezione parziale del muscolo sfintere interno.
Oggi prevale la linea dell’intervento senza taglio. Un palloncino viene inserito nel canale anale e poi dilatato a pressione controllata per circa cinque minuti, in modo da annullare la tensione dello sfintere che impediva la cicatrizzazione della ferita. Il paziente viene sedato con un’anestesia leggera, dopo poche ore torna a casa e riprende una vita normale. La ragade passerà da sola.
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Ultimo aggiornamento: 2 febbraio 2010

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