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Rimettiti in riga
Nella vita di una donna che vuole diventare mamma, il momento in cui decide insieme al partner di avere un bambino è quello giusto per mettere in atto comportamenti più sani. Più dell’uomo, che comunque dovrebbe sempre seguire queste regole salva fertilità, nel periodo che precede il concepimento (cioè preconcenzionale) la futura mamma deve “mettersi in riga”, sistemando i suoi stili di vita e cercando di eliminare ciò che in seguito non farebbe bene alla gravidanza e allo sviluppo del feto. Questi comportamenti sani possono riassumersi in 5 punti, come ci ha spiegato la dottoressa Faustina Lalatta, responsabile dell’Unità di Genetica Medica presso la Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano.
1) Controllo dei farmaci
Se desideri un figlio e stai assumendo dei farmaci, il primo passo da fare è capire con un medico se puoi continuare a prendere gli stessi medicinali oppure è necessario cambiarli. «Una donna con una diagnosi di malattia cronica, per esempio diabete, ipertensione, insufficienza renale o epilessia, deve assumere costantemente dei farmaci, altrimenti ne risentirebbe la sua salute – spiega l’esperta – In periodo preconcezionale queste donne devono rivolgersi a un centro ospedaliero specializzato (nello specifico all’Ambulatorio patologia della gravidanza) e verificare che i farmaci che stanno assumendo siano adeguati o meno per una gravidanza». E se non lo sono? «Quasi tutti i medicinali, se non vengono considerati idonei, possono essere sostituiti da altri altrettanto efficaci, ma non rischiosi».
Sclerosi multipla
È fondamentale, infatti, che le donne non considerino le malattie un ostacolo al loro desiderio di maternità. Non bisogna sottovalutarle, certo, ma diventare mamme è possibile, oggi più che mai, grazie ai progressi della medicina. Anche chi è affetto da sclerosi multipla. «Questa patologia è tenuta ben sotto controllo da alcuni nuovi farmaci biologici o dall’interferone, ma non sono medicinali sostituibili e la terapia in gravidanza andrebbe sospesa» spiega Lalatta.
Come spieghiamo in questo articolo, infatti, durante l’attesa e nei mesi immediatamente successivi, le donne affette da sclerosi multipla bloccano la cura farmacologica. Ogni paziente, ovviamente, valuta la propria situazione con l’aiuto del neurologo del centro specializzato e compie di conseguenza la scelta più opportuna, soprattutto anche in base all’età (la sclerosi multipla, infatti, può manifestarsi a qualsiasi età, ma nelle donne è diagnosticata per lo più tra i 20 e i 40 anni, il periodo in cui solitamente si decide di fare un figlio).
2) Assunzione acido folico
Non importa età o numero di figli, l’integrazione con acido folico prima e durante la gravidanza è fondamentale per tutte le donne. «È utile se iniziata almeno 1-2 mesi prima del concepimento – spiega l’esperta – quindi, non sapendo il periodo preciso in cui si rimarrà incinta, meglio iniziare con l’integrazione dell’acido folico appena si abbandona la pillola e si decide di cercare un figlio».
Iniziare troppo presto è dannoso? «No, il folico si può prendere anche per anni al dosaggio 0,4 milligrammi al giorno, che è la quantità base consigliata durante pre-concepimento e gravidanza, senza avere alcun effetto collaterale. Tra l’altro è anche molto economico, perché il Sistema sanitario nazionale garantisce le pillole di acido folico per 3 mesi a 2 euro». L’importante è non esagerare con le dosi, perché in alcuni casi può diventare pericoloso, come spieghiamo qui.
Dosaggio maggiore
Ci sono delle categorie di donne che devono assumere dosaggi maggiori di acido folico durante pre-concepimento e gravidanza? «Sì, tutte quelle che hanno avuto un bambino con una malformazione sensibile ai folati (cioè la spina bifida o la labiopalatoschisi) e quelle che hanno i valori di omocisteina alti, cioè donne che fanno fatica a utilizzare correttamente l’acido folico e quindi il dosaggio di 0,4 mg non è sufficiente per l’embrione. Per queste categorie il dosaggio raccomandato è di 4 o 5 mg al giorno» sottolinea l’esperta.
3) Fare attenzione al peso
Farmaci, acido folico e poi controllo del peso. Prendere chili durante la gravidanza è assolutamente normale perché la futura mamma deve rispondere ai bisogni nutritivi del feto, ma bisogna tenere sotto controllo la bilancia e, soprattutto, non si deve mangiare per due. L’unico fabbisogno alimentare che aumenta, infatti, è quello delle proteine, mentre rimane invariato quello di carboidrati e grassi. Le donne che prima di rimanere incinte sono obese accorciano l’aspettativa di vita dei loro bambini: in questo articolo spieghiamo perché.
Aumento di peso
Già durante il primo trimestre si inizia ad aumentare di peso, ma non è molto rilevante e varia da 1 a 2 chili: è dovuto più che altro all’aumento del volume di sangue e alla crescita dell’utero. Nel secondo trimestre, invece, la crescita del feto e di parti come la placenta e il liquido amniotico, fanno sì che cresca anche il fabbisogno calorico giornaliero della mamma (350 kcal in più). In questi mesi il peso della donna può aumentare di 1 o 2 chili a settimana. Nel terzo trimestre, infine, il fabbisogno giornaliero aumenta di 460 kcal e la futura mamma può prendere circa 3 chili o poco più in totale nei tre mesi. Per una donna normopeso (IMC precedente alla gravidanza compreso tra 18,5 e 24,9), l’incremento di peso durante tutta la gravidanza può essere compreso tra i 9 e i 16 kg: l’intervallo cambia a seconda che la donna sia sottopeso o sovrappeso oppure in caso di gravidanza gemellare.
4) Eliminare gli alcolici
Durante i nove mesi di gravidanza, si sa, l’alcol è vietatissimo. Nonostante molte donne continuino a farlo (secondo i dati, più del 50% delle future mamme beve almeno 2 bicchieri di alcol al giorno), l’assunzione di vino, birra o altro durante la dolce attesa può pregiudicare la salute e lo sviluppo del feto. Non solo durante la gravidanza: anche nel periodo preconcezionale una donna dovrebbe rinunciare a bere alcolici, perché la sua assunzione è dannosa per la fertilità, non solo per quella dell’uomo (qui puoi leggerne cause e cure), ma anche per quella della donna.
5) Dire addio alla sigaretta
Se desideri avere un figlio e sei una fumatrice, devi immediatamente cercare di eliminare questo vizio dalla tua vita già durante il periodo preconcezionale. Gli effetti nocivi del fumo sullo sviluppo e sulla salute del feto sono ormai ribaditi da tanti studi scientifici (altera lo sviluppo del sistema nervoso ed espone al rischio di schizofrenia) e non appena una donna rimane incinta, il vizio della sigaretta dovrebbe scomparire immediatamente. Meglio ancora se si butta via l’ultimo pacchetto quando si decide di avere un figlio, quindi molto prima della data di concepimento. Qui le terapie che funzionano per smettere di fumare.
Fumo di terza mano
L’invito ad abbandonare le sigarette, comunque, vale anche per il futuro papà, perché i rischi del fumo di terza mano in una casa con un bambino sono reali e provati da studi scientifici.
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