Le vertigini sono sintomi di un danno agli organi dell’equilibrio (il principale è il labirinto, cioè l’orecchio interno), oppure di un disturbo d’ansia, ed è qui che il paziente teme il vuoto e le altezze (acrofobia).
Perché l’altezza ad alcuni dà alla testa?
«I casi sono due», spiega Alberto Siracusano, direttore della scuola di specializzazione in psichiatria dell’Università Tor Vergata di Roma. «Stando in alto, per esempio, non si teme il vuoto in sé, ma di non poter resistere all’attrazione di quel vuoto, al desiderio di volare, da cui paura, blocco dei muscoli, pallore, bradicardia, vomito, sudorazione».
Altre volte è la percezione del vuoto in sé a far bloccare, perché ogni movimento metterebbe in crisi l’autocontrollo e l’equilibrio. Gli acrofobici quindi evitano di salire su torri, funivie, ponti e stanno male anche se vedono altri salirvi..
Non temono però di abitare in un attico: la casa anche per loro è un riferimento di sicurezza.
Fobia del vuoto a braccetto con quella del volo
L’acrofobia a volte può associarsi alla paura di volare: c’è chi guardando dal finestrino privilegia la vista del terreno e si sente rassicurato dalla sua stabilità e chi invece, al contrario, vede solo il vuoto e ha paura.
Quanto alla cura, occorre intervenire sulle cause dell’ansia, con farmaci (antidepressivi e ansiolitici) e psicoterapia. Vi sono casi in cui le vertigini vengono superate senza l’aiuto di un medico, con grande sforzo di volontà: sono quelli in cui il disturbo d’ansia a monte è di lieve entità.
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Ultimo aggiornamento: 2 febbraio 2010
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