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Vagina: tutte le cose che non sai

Se ne parla tantissimo, ma troppo spesso a sproposito. Tutto quello che avreste sempre voluto sapere, ma non avete mai avuto il coraggio di chiedere

La vulva non è la vagina

Sono incredibilmente poche le persone che sanno rispondere con precisione alla domanda: cos’è la vulva o cos’è la vagina? La stragrande maggioranza pensa siano sinonimi e nella vita di tutti i giorni va assolutamente bene pensarlo. È giusto però sapere che sono diverse.

La vulva comprende l’insieme dei genitali esterni, quindi:

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  • il Monte di Venere,
  • le piccole e le grandi labbra,
  • la parte esterna del clitoride e il prepuzio clitoride,
  • il vestibolo vulvare,
  • l’apertura dell’uretra,
  • l’orifizio vaginale.

La vagina comprende invece parte dei genitali interni. Si tratta di un canale muscolare lungo in genere tra i 7,5 e i 9 centimetri che va dalla cervice, la parte inferiore dell’utero, fino alla vulva.

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Quanti tipi di orgasmo ci sono?

Di solito ci limitiamo a elencare due tipi di orgasmo femminile, quello clitorideo e quello vaginale.

  1. L’orgasmo clitorideo interessa più o meno il 70-80% delle donne. Si raggiunge con la stimolazione del clitoride che è un vero e proprio insieme di terminazioni nervose. Esattamente come il pene cambia dimensione e diventa più sensibile quando si è eccitate.
  2. Si stima che meno di una donna su cinque sia invece in grado di raggiungere l’orgasmo vaginale, che avviene attraverso la penetrazione del canale vaginale. Nell’orgasmo vaginale sarebbe coinvolto soprattutto il celeberrimo Punto G, sul quale il mondo scientifico è molto diviso. Secondo diversi esperti infatti non esisterebbe.
  3. L’orgasmo misto si verifica quando vengono stimolate contemporaneamente più zone erogene. In genere riguarda donne che riescono a raggiungere sia l’orgasmo vaginale, sia quello clitorideo.
  4. Ci sono poi altri tipi di orgasmo, che non accadono mentre si sta facendo sesso. Il più studiato è quello legato all’attività fisica, soprattutto pesi, cardio e allenamenti per gli addominali. Tutto è scientificamente spiegato. Questi tipi di esercizi stimolano anche i muscoli dell’area genitale e di conseguenza portano a un aumento del flusso sanguigno nell’area. La contemporanea presenza di endorfine e altri neurotrasmettitori può portare ad avere un orgasmo.
  5. Molte donne hanno sperimentato anche l’orgasmo durante il sonno. È difficile spiegare come e perché avvenga. Non ci sono ricerche che abbiano analizzato il comportamento della donna nel sonno, mentre raggiunge un orgasmo. Non sappiamo ad esempio se l’orgasmo sia provocato da una stimolazione involontaria del clitoride o del canale vaginale o se l’orgasmo arriva senza alcuna stimolazione fisica.
  6. Altro discorso l’orgasmo successivo alla stimolazione di altre parti del corpo. Alcune ricerche hanno riportato casi di orgasmo attraverso la stimolazione della bocca, dei capezzoli, del seno, dell’ano e addirittura della pelle vicina a ferite.

Recentemente è stato messo anche a punto l’orgasmometro, utile per la misurazione dell’intensità dell’orgasmo. L’orgasmo è un tema centrale da sempre nel mondo scientifico. Da secoli si studiano le sue dinamiche e le sue implicazioni.

Barry Komisaruk, neuroscienziato di fama mondiale che ha dedicato gran parte dei suoi studi all’orgasmo, ha mappato le aree del cervello coinvolte nel raggiungimento dell’apice sessuale sia nell’uomo che nella donna. La risonanza magnetica funzionale ha dimostrato che al momento dell’orgasmo, indipendentemente dal sesso, il cervello inizia a illuminarsi praticamente ovunque.

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Punto G: esiste o no?

Nessun Gräfenberg spot, o Punto G, com’è più comunemente chiamato. Non esiste un luogo preciso del piacere femminile. Ci sarebbe, però, un’area vasta e complessa che permette il verificarsi dell’orgasmo. A dirlo è uno studio internazionale condotto dalle Università dell’Aquila e da quella di Tor Vergata, in collaborazione con la University of Guadalajara, in Messico e con il Centro di Ecografia di Saint-Germain-en-Laye, in Francia.

I ricercatori non solo smentiscono definitivamente l’esistenza del Punto G, ma segnalano una sorta di mappa intima battezzata CUV (complesso clitoro-uretro-vaginale), un’area quindi ben più vasta di un ipotetico Punto G, e che include tessuti, muscoli, ghiandole e utero. Quest’area sarebbe coinvolta nell’orgasmo.

Il clitoride è solo la punta di un iceberg

Il clitoride è da sempre considerato un contenitore di terminazioni nervose. Il pene ne ha 4.000, mentre il clitoride 8.000.
È solo dal 2009, grazie a uno studio francese, che è stato creato il primo modello con stampa 3D del centro del piacere femminile. In questo modo abbiamo avuto la conferma che in realtà si tratta di una rete molto estesa di terminazioni nervose, la maggior parte delle quali sta proprio sotto la superficie.

La parte invisibile arriva a misurare fino a 10 centimetri di lunghezza, e dai 3 ai 6 cm di larghezza. Si divide in due lunghe radici che circondano i lati della vagina e da due corpi cavernosi più esterni. D’altra parte, in realtà il clitoride non ha né la forma di un bottone, né quella di un pisello, ma assomiglia più ad una Y.

Lo squirting esiste?

Chiamata anche gushing, l’eiaculazione femminile è al centro del pensiero di scienziati e filosofi da millenni. Il primo scritto risale addirittura al IV secolo dC in Cina, quando si riteneva che il liquido emesso dalle donne avesse poteri mistici e salutari. Anche Aristotele e Ippocrate se ne occuparono diffusamente. In Gran Bretagna i video porno che la rappresentano sono addirittura vietati da una legge del 1959, l’Obscene Publications Act.

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La sperimentazione francese 

In tempi più moderni ci sono stati alcuni studi a indagare se lo squirting sia semplice emissione di urina o se sia l’equivalente femminile dell’eiaculazione maschile. La ricerca più citata risale al 2014 ed è stata condotta da un team di esperti del centro di ricerca dell’ospedale Parly II di Le Chesnay, in Francia. I risultati hanno dimostrato che ci sono due diversi tipi di fluidi che possono essere emessi durante l’orgasmo femminile:

  1. il fluido incolore e inodore, che può fuoriuscire in grandi quantità;
  2. il fluido eiaculatore vero e proprio che è lattiginoso e assomiglia al seme maschile. Questo liquido contiene anche il PSA, l’antigene prostatico specifico. È un enzima che si trova nel liquido seminale maschile e aiuta la mobilità dello sperma. Al pari del seme maschile troviamo anche fruttosio, lo zucchero che serve a dare energia agli spermatozoi. Gli esperti sostengono che PSA e fruttosio arrivino dalle ghiandole di Skene, conosciute anche come prostata femminile. Si trovano in prossimità del meato urinario, nella zona superiore rispetto al vestibolo vaginale. Sono costituite da un tessuto che s’inturgidisce quando si è eccitate. In questa fase i suoi dotti cominciano a secernere un fluido viscoso che, unitamente a quello prodotto dalle ghiandole di Bartolini, sembra possa contribuire alla lubrificazione vaginale.

I ricercatori in forza al centro di ricerca francese hanno reclutato sette donne che una volta raggiunto l’orgasmo emettono liquidi corporali. Prima di sottoporsi al test hanno svuotato completamente la loro vescica. Dopodiché hanno raggiunto l’orgasmo chi masturbandosi, chi facendo sesso con il proprio partner. Poco prima di raggiungere l’orgasmo, il team ha verificato con un esame a ultrasuoni se la vescica si fosse riempita nuovamente. Poi hanno raccolto il liquido emesso.

I risultati 

Il test con gli ultrasuoni ha messo in evidenza che la loro vescica si riempiva di nuovo prima dell’orgasmo. Per quanto riguarda i liquidi, due su sette erano esattamente urina. Nelle altre cinque si sono invece trovate tracce di PSA e fruttosio all’interno di un gel lattiginoso, del tutto simile al seme maschile, come in realtà capita a quasi tutte le donne durante l’orgasmo.

In conclusione si può affermare che lo squirting è un’emissione involontaria di urina, che però viene accompagnata in molti casi da secrezioni prostatiche del tutto simili a quelle contenute nello sperma.

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L’odore della vagina

Partiamo dal presupposto che il pH normale della vagina è inferiore a 4,5. A mantenere questi livelli ci pensano i lactobacilli, i batteri buoni che contrastano la crescita dei batteri che possono causare infezioni. Quando il numero di questi lactobacilli scende, il pH sale, facendo diventare la vagina il terreno ideale di infezioni, come ad esempio la candidosi.

Questo è il principale motivo per cui bisogno evitare di usare saponi profumati o lavande, se non espressamente indicate dal medico. Usare questi prodotti interferisce con il naturale equilibrio dei batteri vaginali, che può dare il via a infezioni. Quando è in salute infatti la vagina non ha bisogno di essere pulita, perché lo fa già da sola. Al suo interno ci sono ghiandole che secretano fluidi o perdite e questo aiuta a tenerla pulita. Per la maggior parte degli esperti è sufficiente lavarsi con acqua tiepida quando lo si ritenga necessario, usando un sapone adatto solo una volta al giorno.

Se siete preoccupate dall’odore, invece che usare il sapone, dovete cambiare dieta, aumentando la frutta e la verdura. Attenzione però: se l’odore è particolarmente pungente è sintomo di una infezione in corso.

Non c’è il punto G, ma c’è il punto A

Sconfessata l’esistenza scientifica del punto G, possiamo però affermare che esista quello A. Si tratta della zona erogena della fornice vaginale anteriore, che, se stimolata, può portare a una lubrificazione vaginale molto rapida. La sua continua stimolazione può sfociare in un intenso orgasmo.

Si trova nel punto più profondo della parete anteriore della vagina, al di sopra della cervice, dove la parete anteriore inizia a curvarsi verso l’alto, cioè all’entrata della fornice vaginale anteriore.

Se ti ecciti, la vagina cambia dimensioni e colore

Basta il pensiero a far cambiare le dimensioni della vagina, che generalmente misura tra i 7,5 e i 9 centimetri. La larghezza va invece da 2,5 centimetri a poco più di 6. Quando si è eccitate la parte superiore della vagina si allunga, spingendo la cervice e l’utero leggermente più indietro per fare spazio alla penetrazione.

Quando si è eccitate molto sangue confluisce verso la vulva e la vagina. Questo fa apparire il colore della pelle in questa area più scura del normale.

Le cause della larghezza della vagina

Quando si affronta questo argomento si è troppo spesso in errore. In molti e in molte sono convinti che dipenda da quante volte si è fatto sesso nella vita. Ovviamente è falso. Quando si parla di vagina rilassata si fa riferimento ai muscoli che cirondano la vagina e non alla dimensione del canale vaginale.

Quindi oltre alla gravidanza con parto naturale che può far rilassare la muscolatura interessata, anche l’assenza di attività fisica può esserne una causa. Ci sono infatti esercizi che migliorano il tono muscolare. Le attività più indicate sono lo yoga e il pilates. Qui puoi trovare degli esercizi di yoga che ti possono aiutare. La ginnastica del pavimento pelvico è altrettanto importante. Qui puoi trovare quali sono gli esercizi giusti da fare.

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