La nostra società ha superato solo apparentemente l’omofobia e l’intolleranza verso le minoranze. È innegabile che molti progressi sono stati fatti negli ultimi anni, ma si tratta di conquiste più formali che sostanziali, ben lontane dall’obiettivo finale: riconoscere l’esistenza e il valore dell’amore universale.
Si sceglie una persona, non il suo ruolo nella società
L’amore fra esseri umani è fatto di solidarietà, desiderio di aiuto reciproco, bisogno di protezione, convergenza di idee e di passioni, di principi e di valori, e può esistere, con intensità e modalità diverse, fra padri e figli, nonni e nipoti, fratelli e sorelle, amici, donne e uomini, donne e donne, uomini e uomini. Si tratta sempre dello stesso sentimento, a cui si può associare o meno l’attrazione sessuale, che è anch’essa un’espressione di amore. Tra uomo e donna il sesso può avere funzione strumentale, in quanto finalizzato alla procreazione. In questo senso l’amore omosessuale può essere considerato altrettanto puro di quello eterosessuale. Chi ama qualcuno dello stesso sesso e lo sceglie come compagno di vita, non sceglie il padre o la madre dei propri figli, ma la persona in sé. Questo cambiamento culturale corrisponde, del resto, a un’evoluzione storica della specie umana, che si va delineando come «modello unico», in cui le differenze tra uomo e donna si attenuano.
Si ama l’essere umano
L’omologazione dei ruoli sociali ha causato una positiva riduzione della competizione fra i sessi, ma ha inesorabilmente provocato una contemporanea riduzione di quella polarità che in natura è all’origine della coppia: i poli diversi si attraggono. Non stiamo perdendo la nostra sessualità, come alcuni paventano, ma ci stiamo evolvendo verso una nuova forma di amore, più ampia, che non rifugge l’omosessualità come una deviazione, né la bisessualità come perversione. Si profila il diritto di ciascuno ad amare e ad essere amato come essere umano, e la coppia diventa unione di persone che si capiscono, si parlano, si aiutano, senza necessariamente la finalità della riproduzione.
L’Italia non è pronta
È evidente, però, che la società di oggi, specie la nostra, in Italia, non è pronta per questo nuovo scenario. Eppure, a quanto la storia ci riporta, l’eterosessualità totale di un popolo non è mai esistita e l’omosessualità è stata anche socialmente accettata in alcune civiltà. Condannare l’omosessualità, nasconderla o non considerarla come una diversa espressione della sessualità, è pertanto una questione squisitamente culturale. Oggi la nostra cultura globale ci conduce verso il tramonto di ogni forma di intolleranza nei confronti delle diversità (sessuali, etniche, religiose). E per la generazione, come la mia, che ha vissuto la guerra, il razzismo, la shoah, questo è il vero segno del progresso. Non fermiamo questo cammino.
Umberto Veronesi
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