C’è chi non prende un ascensore da anni, perché ha una vera fobia. In realtà si tratta di una forma di claustrofobia, la paura degli spazi chiusi, che affligge dalle tre alle otto persone su cento.
I sintomi? Tachicardia, sudorazione, mancanza d’aria, fino a svenimenti e attacchi di panico. A soffrire della fobia dell’ascensore sono quasi sempre persone che hanno vissuto, in un passato più o meno lontano, episodi in cui sono rimasti intrappolati in un luogo da cui non potevano uscire: un trauma che non hanno elaborato.
Per i casi lievi basta respirare a fondo
Ma le cause possono variare a seconda dei casi e sommarsi. Può esserci alla base una fobia sociale: il fastidio di sentirsi osservato dagli altri in un luogo angusto. O un disturbo ossessivo compulsivo legato alla pulizia delle mani: i pulsanti dell’ascensore sono toccati da tutti. O il dolore inespresso per un dramma familiare da cui non si è riusciti a fuggire (la gabbia dell’ascensore ne è una metafora).
Come guarire? «Se il disturbo è a livelli blandi è utile respirare profondamente prima di entrare, come quando ci si prepara a una immersione in apnea», spiega lo psichiatra Francesco Saverio Ruggiero (puoi chiedegrli un consulto. Questa tecnica permette di diminuire la sensazione della mancanza d’aria e aiuta a distrarsi. Ma vale per quelli che, pur tremando, riescono a prendere l’ascensore.
Serve la psicoterapia se subentra il panico
Altrimenti ci si può rivolgere a uno specialista. Che può proporre una psicoterapia cognitivo comportamentale (abbinata a farmaci antidepressivi serotoninergici se uno stato grave di ansia porta ad attacchi di panico). Le prime sedute servono a capire quali sintomi affliggono il paziente, a elaborare insieme gli stati d’animo negativi. Poi si passa a esporre gradualmente la persona all’esperienza temuta. Per esempio: invece di fare otto piani di scale e arrivare trafelato alla riunione, all’inizio ne faccio sette e l’ultimo in ascensore. La settimana dopo, sempre sotto la guida del terapeuta, si prova a fare solo quattro piani a piedi e così via. Fino a superare la paura, di solito in sei dieci settimane.
Gilda Lyghounis – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 16 novembre 2009