La donna che soffre di vulvodinia (scopri qui che cos’è) ha dolore e non solo durante i rapporti sessuali. Ma è proprio tra le lenzuola che si manifesta di più la sua sofferenza che la porta a rinunciare a fare all’amore.
Il partner come vive la vulvodinia di cui soffre la sua compagna?
«In alcuni casi l’uomo si trova spiazzato perché, non conoscendo la patologia, è reticente e non sa come comportarsi» spiega Annarita Cicalese, medico specialista in urologia presso l’Azienda Ospedaliera Giuseppe Moscati di Avellino. «Fortunatamente, la maggior parte delle volte il partner è ben presente all’interno della coppia, percepisce il disagio della donna e ne condivide la frustrazione. Sicuramente la compagna deve sentirsi libera di esprimere il suo problema e non temere il giudizio del fidanzato o del marito: le problematiche sessuali, infatti, non devono essere solo a carico di uno dei due ma di entrambi».
Per contro, purtroppo ci sono anche uomini che non capiscono la patologia e fanno fatica a comprendere come mai la donna non riesca a risolvere il disturbo in poco tempo (la vulvodinia è ancora poco conosciuta e in media servono più di 4 anni per arrivare alla diagnosi): di conseguenza «temono che il problema nasca da lui, dalla relazione con la compagna e dall’assenza di libido della donna» sottolinea Sara Grosso, specialista in ginecologia e ostetricia, sessuologo clinico, uroginecologo presso il Dipartimento di Urologia dell’Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda.
Il ginecologo deve aiutare la coppia
«Il ritardo diagnostico, poi, porta l’uomo a convincersi di questa sua teoria. Spetta allo specialista spiegare al marito o al fidanzato che esiste effettivamente una patologia e che la donna non si sta inventando i sintomi, coinvolgendoli fin dall’inizio nella terapia. Esistono poi uomini che si lasciano travolgere da un senso di sconfitta e iniziano a pensare di non essere più in grado di dare piacere alla propria compagna durante il rapporto sessuale: questi atteggiamenti inducono a stati d’ansia importanti che li porta a rinunciare all’amplesso, ad avere deficit erettili o, al contrario, problemi di eiaculazione precoce» aggiunge la dottoressa Grosso.
Il problema investe l’intera qualità della vita della donna
Da non sottovalutare nemmeno le ripercussioni psicologiche sulla donna, visto che il dolore dovuto alla vulvodinia si manifesta anche al di fuori dei momenti di intimità (scopri qui i sintomi della vulvodinia): «Il dolore continuo e spontaneo, cioè non legato al rapporto sessuale, induce la donna a stati d’ansia e di depressione che, a loro volta, peggiorano la percezione stessa del malessere: a livello cerebrale, infatti, le alterazioni psicologiche sono in grado di abbassare la soglia del dolore» spiega ancora la ginecologa Sara Grosso.
La vulvodinia va affrontata insieme
In definitiva la vulvodinia è fortemente limitante l’intimità di coppia, in quanto la relazione tra i partner è minata dalla difficoltà di vivere la sessualità come piacere e non come dolore. Il supporto del partner quindi è fondamentale, perché deve comprendere che non si tratta di un problema psicologico e deve capire che si può affrontare in maniera efficace, insieme, seguendo la partner nel processo di guarigione.
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