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Chi non protesta mai vuole evitare il confronto: ecco le strategie per non farsi mettere i piedi in testa

Ci sono persone che, quando sono in fila, si fanno scavalcare senza protestare o che non osano interrompere il capo nemmeno dopo un’ora di predica lavorativa. «Avere troppa pazienza non vuol dire essere sempre in grado di controllare le proprie reazioni», dice Fulvio Frati, psicoterapeuta all’Asl di Parma. «Spesso chi tace e acconsente vuole evitare il confronto, perché teme di essere contraddetto o poco stimato. Si tratta di personalità insicure, che tendono a lasciarsi trascinare dagli eventi invece che farsi avanti ed esprimere la propria idea».
Come fare? Ecco i consigli dello specialista.

• Il tempo limite. Il collega logorroico ti fa perdere la mattina con i suoi sproloqui ma tu non sai interromperlo, inviti la suocera a pranzo e lei pensa solo a criticare il menu… Datti un tempo massimo oltre il quale non sarai più disposto ad ascoltare il tuo interlocutore. Scaduto quello, devialo diplomaticamente su un altro argomento.

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• Il diritto di replica. Se in ufficio il collega si arroga il merito di un lavoro fatto insieme, non attendere che il capo riconosca anche la tua parte. Intervieni e di’ la tua: far valere la propria parola è un mezzo per cementare l’autostima.

• Fuori le emozioni. Se un evento scatena una forte reazione emotiva dentro di te, comunicala. Per esempio: dopo un litigio con il partner non stare ad aspettare che lui/ lei si sbollisca. Se hai altro da dire, se la tua posizione non ti sembra chiara, fallo presente subito: meglio cinque minuti di accesa discussione in più che un mese passato a rimuginare. Le emozioni sono parte di te: acquietarle sempre o rinnegarle per paura di esprimerle ti allontana dai veri bisogni e dalla tua natura.
Giulia Lazzerini – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 25 ottobre 2010

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