Voler sempre piacere a tutti, pena l’emergere di sentimenti di depressione, è una sorta di dipendenza, non tanto dissimile da quella dall’alcol, dal cibo, dal lavoro e così via. Chi ne soffre è spinto in continuazione ad affascinare il prossimo.
Riuscirci è un lavoro. Bisogna capire le persone che si hanno di fronte, i loro gusti, le loro preferenze, e su questi far leva: qualcuno sarà colpito dalla bellezza, altri dalla generosità. Qualche volta si dovrà ricorrere alla grandiosità o alla compiacenza, o ancora alle battute di spirito… E questi seduttori seriali, questi narcisisti obbligati lo fanno, si adeguano a ciascun interlocutore, in modo camaleontico.
«Il fine non è erotico», spiega lo psichiatra Luigi De Maio, conduttore del programma di Radio Rai Fantasticamente. «Tanto è vero che le attenzioni vengono ugualmente ripartite tra uomini e donne (anche se non è escluso che vi siano poi diverse avventure sessuali). Il premio è soprattutto la soddisfazione di una inesauribile spinta narcisistica». Queste persone legano il proprio valore alla riuscita di tali conquiste, come se fossero recipienti vuoti che solo l’apprezzamento altrui sa riempire. La cura? La psicoterapia. Un affetto negato o un riconoscimento non ottenuto dai genitori sono all’origine di questo bisogno incessante di irretire, ammaliare, sedurre.
OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 26 novembre 2010