Internet e sesso è un binomio sul quale si discute spesso. E non solo perché il web, agevolando il processo di dissociazione grazie al quale ognuno può crearsi un’identità diversa da quella reale, favorisce quello che viene definito il “Carnevale di internet”; ma anche per le implicazioni nella vita reale. Una di queste riguarda proprio la coppia. Non si parla qui di tradimenti e di fughe d’amore, che pure sono all’ordine del giorno in chat e social network. Bensì di scambio e di un’apertura della coppia verso nuovi stimoli, con un numero sempre crescente di coniugi e fidanzati che si mischiano a coppie clandestine. Club ai quali si può accedere con la presentazione di altri soci e dietro pagamento. E poi ci sono gli annunci sui giornali e sul web, di coppie che mettono a disposizione le proprie case per facilitare gli incontri.
Facebook, naturalmente, costituisce un punto di riferimento importante per molte di queste. Dati che giravano su internet qualche anno fa stimavano in mezzo milione le coppie italiane iscritte a locali di scambisti. Considerando anche quelle che si incontrano in casa si arriverebbe a 2 milioni di coppie che praticano scambio. Il numero mette in evidenza un fenomeno che era ben presente già prima dell’avvento di internet ma che ha naturalmente sfruttato il web per espandersi.
Qualcuno la definisce “Dipendenza da cibersex”, rientrerebbe nella categoria delle patologie compulsive, la dipendenza sessuale da internet che spinge – secondo una inchiesta condotta qualche anno fa dalla BBC News fra 43 terapisti inglesi – le persone a stare davanti al pc più di 8 ore al giorno, compiendo fino a 10-12 atti sessuali; o più verosimilmente masturbandosi.
La dipendenza da sesso virtuale e lo scambismo sono due comportamenti psicologicamente molto diversi tra loro. Non è il sesso virtuale in sé a essere un comportamento patologico, ma il non riuscire a controllare l’impulso di mettere in atto un determinato comportamento, arrivando anche a provare una sorta di “crisi d’astinenza” qualora il soggetto si trovi impossibilitato a praticarlo. Nell’ambito del comportamento dipendente, più che di dipendenza da cybersex come patologia in senso stretto, credo sia più corretto parlare di uno specifico sintomo in una personalità con difficoltà sessuali e/o relazionali.
Anche lo scambismo appartiene alla categoria delle perversioni sessuali. Bisogna distinguere tra perversioni hard e perversioni soft. Nelle prime il soggetto è fortemente dipendente dalle sue fantasie e riesce a raggiungere l’eccitazione solo ed esclusivamente mettendo in pratica quel determinato tipo di comportamento perverso. Le perversioni hard, infatti, hanno carattere di ossessione ed esclusività. In altre parole, l’idea di quel comportamento diventa ossessiva e limitante ed è l’unico mezzo di eccitazione per l’individuo. Tutto ciò fa sì che la relazione interpersonale venga meno poiché l’altro è vissuto solo come un “oggetto”. Possiamo dire che chi pratica le perversioni hard ne è completamente schiavo. Chi ha una perversione hard è limitato non solo nella propria libertà, ma anche nella sfera affettiva e relazionale. Nelle perversioni soft, invece, il comportamento non è esclusivo e ossessivo, ma serve come tramite per aumentare l’eccitazione. Molte coppie utilizzano le perversioni soft per condividere le proprie fantasie sessuali o per provare situazioni nuove ritenute maggiormente eccitanti, sempre all’interno della relazione. In questo senso, sono delle trasgressioni che possono aumentare la libertà e i modi di esprimersi sessualmente.
Post di Claudia Corallino, specializzanda in Sessuologia all’università degli studi dell’Aquila (coordinatore: prof. Emmanuele A. Jannini).
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