Dopo una separazione, l’allontanamento dell’oggetto di attaccamento e la non accettazione dell’abbandono inducono a vivere una serie di passaggi caratterizzati da sofferenza: apatia, senso di vuoto, perdita di appetito e di interesse verso le proprie passioni, insonnia, difficoltà di concentrazione, ansia.
Inoltre, avvertendo il disagio degli altri e il proprio, spesso ci si allontana anche dagli amici, accrescendo la propria solitudine.
COSA EVITARE. Cercare ossessivamente un perché alla fine della relazione crogiolandosi in ricordi e rimpianti serve soltanto a prolungare il dolore.
Pericoloso, anche, buttarsi subito in una nuova storia, cercando di sostituire l’amato con una persona che inizialmente sembra compensarne la mancanza: non funziona quasi mai. Meglio affrontare un periodo di solitudine, per capire con la giusta distanza e lucidità come e cosa si è vissuto nel rapporto di coppia, e tenerlo presente per il futuro. È bene infatti evitare di prendere decisioni importanti, e non soltanto nell’ambito dei sentimenti, fino a quando non si sia recuperata una solida capacità di giudizio.
COSA FARE. Occorre cercare di tornare il prima possibile a vivere la quotidianità in maniera più equilibrata e lieve, approfittando del fatto di avere più tempo da dedicare a se stessi: è utile sia per la propria crescita personale, sia per soddisfare quei bisogni che magari prima erano passati in secondo piano.
Bisogna riorganizzarsi e riprendere quanto si era accantonato, riallacciare i rapporti con le vecchie amicizie, dedicarsi a una passione, se possibile viaggiare. Senza più l’ansia di essere sempre disponibile per l’altro in una sorta di dipendenza.
La vita non si realizza solo nell’amore, ed è fondamentale tornare a sostituire il «noi» con l’«io», proprio come ha fatto Selvaggia Lucarelli (leggi qui la sua testimonianza). Perché l’esperienza, seppur dolorosa, fornisce indubbiamente lo spunto per rielaborare il vissuto e ricominciare con una nuova prospettiva, comprendendo meglio i propri bisogni, limiti e potenzialità.
Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, docente di comunicazione interpersonale all’Università degli Studi di Chieti (puoi chiedergli un consulto qui)
Tratto da OK Salute e benessere maggio 2016
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