Sessualità

Poliamore: caratteristiche e miti da sfatare

Questo orientamento relazionale prevede di poter avere relazioni romantiche con più persone contemporaneamente, in modo consensuale e trasparente

Negli ultimi anni, la concezione delle relazioni amorose ha mostrato una crescente apertura verso forme di legame diverse dalla coppia monogama tradizionale. Tuttavia, nonostante si senta parlare sempre di più di poliamore, questo tipo di relazione continua a essere oggetto di molti pregiudizi e falsi miti. Ma quali sono le sue caratteristiche e come si possono superare gli stereotipi che ancora lo circondano? Lo abbiamo chiesto a Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e clinical director del servizio di psicologia online Unobravo.

Cos’è il poliamore?

«Si tratta di un orientamento relazionale che fa parte dell’insieme delle non-monogamie etiche. Prevede la possibilità di essere in relazioni romantiche (e sessuali, ma non necessariamente) con più partner, con la consapevolezza e il consenso di tutte le persone coinvolte. Molti scelgono questa forma di relazione non riconoscendosi nel modello culturalmente più diffuso della coppia monogama e nelle sue dinamiche. Preferiscono, invece, una configurazione relazionale che contempli la non esclusività romantica e abbia come elementi fondativi consapevolezza, consenso e condivisione», spiega Valeria Fiorenza Perris.

Gruppo San Donato

«La prerogativa del poliamore – come indica lo stesso nome, composto dal termine greco che sta per “molti” e quello latino per “amore” – è la non esclusività sentimentale. Questa è la caratteristica che lo differenzia da altre forme di non monogamie etiche. Ad esempio, dalla coppia aperta in cui la dimensione di non esclusività riguarda il piano sessuale, ma non quello sentimentale».

I valori fondamentali

«Come nelle coppie monogame, ogni relazione si fonda su un accordo condiviso da cui deriva un sistema di “regole” più o meno esplicito, sulla base di aspettative, credenze e modelli. La differenza nel poliamore sta nella consapevolezza della necessità di renderle esplicite e costruirle insieme, con il consenso di tutte le parti. Non si danno per scontate le dinamiche relazionali che possono intercorrere tra le persone, aumentando a maggior ragione la complessità relazionale. Si potrebbe parlare quindi di valori fondativi, più che di regole, che sono alla base dell’orientamento poliamoroso. Su questi ogni polecola, cioè l’insieme di persone che fa parte di una rete di relazioni poliamorose, costruisce poi il suo personale set di regole».

Tipi di poliamore

Esistono diversi tipi di poliamore. Nel poliamore aperto i membri di una coppia principale possono avere relazioni con altre persone e ogni rapporto esterno si sviluppa autonomamente. Il poliamore chiuso include la polifedeltà, dove i partner sono sessualmente esclusivi tra loro, e il matrimonio di gruppo, dove si condivide la vita domestica e l’attività sessuale è limitata ai membri del gruppo. I poliamorosi solisti, invece, preferiscono non coabitare con i propri partner.

La monogamia è un fenomeno naturale o culturale?

«La domanda è complessa perché le prospettive da considerare sono tantissime e si intrecciano tra loro: da quella sociale a quella antropologica, passando per quella economica e psicologica. Per semplificare, è importante considerare che la monogamia è un costrutto sociale che si è evoluto e modificato nel corso dei secoli all’interno delle diverse culture. Fonda le sue radici nella concezione di coppia come unità generativa e nella necessità di mantenere un certo grado di “ordine” e stabilità per il patrimonio e la progenie», prosegue la psicoterapeuta.

«Questa considerazione non ci serve per stabilire se la monogamia sia giusta o sbagliata perché “si è sempre fatto così”(affermazione peraltro non vera). E non serve nemmeno per determinare se altre forme relazionali siano migliori perché “più evolute”. Anche se non è facile mettere in discussione alcuni elementi delle nostre vite che consideriamo stabili e immutabili, come la rappresentazione della coppia come monogamica, l’invito è a sospendere il giudizio e osservare».

Le scelte relazionali possono essere molteplici

«Come in molti altri ambiti della vita umana, non esistono scelte migliori o peggiori, ma solo una diversità di preferenze e inclinazioni. La scelta migliore è quella che possiamo fare guardando con laica curiosità a ciò che non conosciamo, osservando cosa ci suscita (che sia interesse, paura o indifferenza), resistendo alla tentazione di trasformarla in un assoluto indiscutibile».

«Una forma relazionale può essere giusta per noi in un periodo della vita, ma potrebbe non esserlo in un altro. Non dobbiamo dimenticarci che cambiare fa parte dell’essere umano e che, di conseguenza, i nostri bisogni mutano. Per orientarci verso ciò che ci fa stare bene è necessario non giudicarci. Riconoscere i nostri bisogni nella loro complessità ed essere aperti e onesti con noi stessi e con le persone con cui ci relazioniamo è l’unico modo per far sì che la relazione possa essere un luogo sano, sicuro e arricchente, a prescindere dalla configurazione e dal numero di partner coinvolti».

Superare i pregiudizi e gli stereotipi sul poliamore

«Ci sono tantissimi pregiudizi e stereotipi sul poliamore e sulle persone poliamorose. Molti di questi derivano dalla confusione tra la dimensione romantica e quella sessuale. Spesso una scelta relazionale non monogama viene ricondotta alla presunta promiscuità delle persone coinvolte, insinuando che il poliamore in fondo non sia altro che una scusa per dare una parvenza di relazione al tradimento o a pratiche di sesso di gruppo, alla loro incapacità di prendersi le responsabilità adulte che lo stare in coppia comporta, o all’insicurezza che le spinge ad avere più partner per sentirsi forti e amate».

«Sono argomentazioni facili da smontare, a partire dagli assunti di cui parlavamo all’inizio. Infatti, una relazione basata sul consenso e sulla consapevolezza, per giunta tra più persone, di cui abbiamo pochi modelli e rappresentazioni che ci rassicurino di fronte ai problemi, richiede una cura e un monitoraggio continuo da parte di tutti i partecipanti. Questo non coincide molto con l’immagine di scappatoia facile e briosa dalla noiosa “coppia tradizionale”».

Consigli per approcciarsi al poliamore

«Il consiglio principale è essere consapevoli di tutta questa complessità nel momento in cui ci si approccia al poliamore e ci si interroga sul proprio orientamento relazionale. Può essere un buon punto di partenza leggere libri che trattano l’argomento. Inoltre, si possono cercare gruppi poly nella propria città per confrontarsi con persone che sono in relazioni poliamorose. Dopodiché, a prescindere dalla forma della relazione, parlare con i partner dei propri bisogni e desideri, che portano a mettere in discussione il rapporto e le sue dinamiche, è fondamentale. Anche mantenersi sempre in ascolto e in dialogo con onestà e apertura è altrettanto importante. Può sembrare una gran fatica, ma in fondo quale relazione umana vissuta in modo pieno e autentico, a partire da quella che abbiamo con noi stessi, non lo è?», conclude l’esperta.

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Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
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