Chi non ha mai parlato da solo allo specchio? Per consolarsi, per trovare la soluzione a un problema, per farsi coraggio o per provare un discorso importante. Ci si rivolge a se stessi in seconda persona, dandosi del “tu”. Uno studio pubblicato sull'European Journal of Social Psychology, conferma che questa pratica funziona perché motiva e rende più produttivi. "È molto più efficace rispetto all'uso dell''io' – spiega la psicologa Sanda Dolcos, che ha condotto l’indagine – ci porta alla mente il supporto ricevuto dagli altri, soprattutto durante il periodo dell'infanzia".
I ricercatori della University of Illinois hanno chiesto a 95 studenti volontari di fingersi protagonisti di una storia: il loro compito era quello di risolvere una serie di anagrammi. Messi di fronte alle difficoltà, coloro che davano consigli a se stessi usando la seconda persona riuscivano meglio a trovare soluzioni rispetto a chi parlava in prima persona.Rispetto a chi usava la prima persona, coloro che si davano consigli interfacciandosi con il ‘tu’ sono risultati anche più propensi ad affrontare difficoltà future.
"Farci un 'discorsetto' in seconda persona ci rende più energici e produttivi: dà l'illusione di ricevere un supporto esterno, ci ricorda l'appoggio che abbiamo avuto da piccoli – spiega la psicologa – è la prima volta che tutto ciò viene dimostrato in modo scientifico. Ora dobbiamo capire come poter usare questo tipo di incoraggiamento per migliorare noi stessi".