Scelta e responsabilità passano alla donna che, in caso di rapporto a rischio di gravidanza, potrà decidere in autonomia di ricorrere alla pillola dei 5 giorni dopo. Senza passare dal medico, solo entrando nella farmacia più vicina. Crolla l’obbligo di prescrizione per EllaOne, contraccettivo di emergenza autorizzato al commercio in Italia nel 2011, su parere positivo della Commissione per i prodotti medicinali umani (Chmp) dell’Agenzia europea del farmaco (EMA). Una svolta che promette ai 120 milioni di donne europee in età fertile di accedere rapidamente alla pillola, efficace se assunta entro 5 giorni dalla presunta fecondazione dell’ovulo, ancora più efficace quando presa a poche ore di distanza dalla rottura del preservativo o altro evento imprevisto.
Diversamente da altri rimedi ‘di emergenza’ comparse sul mercato negli ultimi anni, la pillola dei 5 giorni dopo ha azione anti-progestinica: ulipristal, il principio attivo, ritarda l’ovulazione e interferisce con l’effetto del progesterone, ormone chiave per la fecondazione e l’annidamento dell’ovulo fecondato. La durata della sua azione è di 120 ore, appunto 5 giorni. Dopo il ‘sì’ dall’Europa, in Italia si è subito riaccesa la polemica su quello che alcuni definiscono ‘aborto mascherato’. Si discute soprattutto sulle possibili implicazioni sociali conseguenti al libero accesso al farmaco, si teme una ‘deresponsabilizzazione’ della classe medica o, peggio, un abuso del rimedio di emergenza soprattutto tra le più giovani. La decisione europea però rappresenta una svolta importante, nell’ottica di tutelare maggiormente le donne e la loro salute: ci spiega perché Emilio Arisi, presidente della Società Italiana della Contraccezione (SIC).
Come si è arrivati a questa svolta da parte dell’EMA?
La decisione non è stata immediata, il comitato dei farmaci dell’Unione europea ci sta lavorando da tre anni. Si è arrivati dopo un lungo percorso di meditazione scientifica che ha coinvolto esperti, associazioni e diversi enti, e prodotto anche una serie di valutazioni sull’utilizzo del farmaco.
Il ‘sì’ dell’Emea può essere considerato una conferma che il farmaco è sicuro?
Per arrivare a questa decisione sono stati attentamente valutati tutti gli aspetti legati alla somministrazione del farmaco, dalla sua efficacia, alle eventuali controindicazioni sul suo utilizzo, al fatto che non è teratogeno in caso di avvio di una gravidanza.
Com’è tuttora regolato l’accesso a EllaOne in Italia?
Insieme alla Germania, è l’unico Paese in Europa in cui viene richiesta la prescrizione del medico per il suo acquisto. In molti casi questo comporta per le donne in questa particolare situazione di emergenza il passaggio attraverso inutili ‘forche caudine’, con richieste di prescrizione respinte, pellegrinaggi da un pronto soccorso all’altro e lunghe attese prima di accedere al farmaco.
L’accesso liberalizzato promette, quindi, di ridurre i tempi dal rapporto potenzialmente fecondante e l’assunzione del farmaco: quali i vantaggi?
EllaOne agisce tanto più efficacemente quanto viene assunta in prossimità del rapporto in cui si presume sia avvenuta la fecondazione. Se il farmaco è immediatamente disponibile in farmacia, la donna può accedere prontamente al rimedio di emergenza.
Chi ricorre a questo rimedio dell’ultim’ora?
In Italia è molto più probabile che sia l’adolescente ad aver bisogno di un rimedio di emergenza. I motivi sono molti, tra cui anche l’imprevisto o la mancata conoscenza dei concetti base della fisiologia della riproduzione. Le adolescenti sono quelle che noi, come classe medica, dovremmo proteggere di più dalle gravidanze indesiderate. Se vogliamo veramente fare della prevenzione è proprio a questo livello che dobbiamo cominciare ad aprirci o ad aprirci di più.
E’ già scattata la polemica, soprattutto dal fronte cattolico, e si chiede già di trovare una scappatoia per bloccare tutto: come e quando verrà applicata la decisione europea in Italia?
Nei primi giorni della prossima settimana l’Aifa inzierà a discutere di questo tema con consultazione degli esperti. Certamente la battaglia nel nostro Paese non sarà semplice.
Un libero accesso al rimedio di emergenza può davvero minare, come alcuni ipotizzano, la diffusione di una cultura della contraccezione soprattutto tra i giovanissimi?
Non è dimostrato in alcuna parte del mondo. Laddove l’accesso è stato già liberalizzato non è cambiato niente rispetto al passato.
Cinzia Pozzi