La gonorrea si trasmette con i baci. L’allarme degli scienziati arriva dopo la diffusione di uno studio del Sexual Health Centre di Melbourne in Australia. Per decenni i medici si dicevano convinti che il batterio non potesse diffondersi con baci profondi, ma solo attraverso sesso non protetto. Ora i ricercatori chiedono di aggiornare le linee guida delle società internazionali che si occupano di malattie sessualmente trasmissibili.
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Gonorrea si trasmette con i baci: lo stesso non avviene con la clamidia
Il gruppo di esperti in forza al centro di ricerca australiano ha messo sotto la lente di ingrandimento sei studi per verificare se i baci alla francese fossero un fattore di rischio per la gonorrea e la clamidia. La revisione di questi studi ha confermato che i baci con scambio di saliva aumentano il rischio di infettarsi. Lo stesso non accade con la clamidia. Si possono leggere i risultati sul giornale della società delle malattie sessualmente trasmissibili.
Gonorrea si trasmette con i baci: si localizza nella faringe
Uno studio del 2019 aveva dimostrato che il batterio che provoca la gonorrea era più facile trovarlo in gola che negli organi genitali. Di conseguenza il rischio di contagio era più alto con il bacio. Il batterio può localizzarsi nella saliva. Anche usare quindi la saliva come lubrificante può aumentare il rischio di trasmissione.
Per molti esperti i fattori di rischio restano sesso vaginale, anale e orale non protetti
Secondo le linee guida attualmente in vigore i fattori di rischio più importanti per il contagio di gonorrea sono sesso vaginale, orale o anale. Gli esperti delle società internazionali sostengono che il passaggio del batterio attraverso la saliva è possibile, ma non così comune. Il consiglio resta quello di sottoporsi spesso a test per verificare la propria salute sessuale, soprattutto se si ha una vita sessuale attiva e promiscua.
C’è un altro problema con la gonorrea, che insieme alla sifilide è la malattia sessualmente trasmissible che sta facendo registrare numeri record. La malattia, specie con una diagnosi precoce, è ben trattata con una semplice iniezione di antibiotico. Il problema è che sempre più spesso ci troviamo davanti a ceppi di batteri antibiotico resistenti. Questo significa che sarà sempre più difficile curarsi.
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