Una volta esistevano gli amori platonici, oggi ci sono quelli virtuali. Questi, però, non sono la versione moderna dei primi.
Spesso internet è stato definito la “droga” del terzo millennio: gli internet-dipendenti passano anche 10 ore al giorno davanti al computer. Solitamente questi “drogati” dell’era moderna cercano di traslare tutti gli aspetti della vita reale in quella virtuale, sesso incluso.
Si definisce sesso virtuale una pratica erotica tra due o più soggetti che, collegati in rete, attraverso l’uso di chat, lo scambio di messaggi, l’uso di webcam cercano il piacere reciproco e spesso raggiungono l’orgasmo attraverso la masturbazione.
Quello che più preoccupa, però, sono le conseguenze che questa “passione” può avere sull’equilibrio emotivo e psicologico dell’individuo. Da una recente ricerca condotta dallo psicologo statunitense Marcus Squirell è risultato che il 27% di chi pratica assiduamente il sesso virtuale soffre di depressione, il 39% di ansia e di stress.
Gli stessi ricercatori del gruppo di Marcus Squirell fanno notare, però, che anche individui con una vita amorosa e sessuale apparentemente soddisfacente praticano il cybersex.
Il perché della diffusione di questa pratica anche tra individui che sembrano avere uno stabile e appagante vissuto erotico lo spiega la dottoressa Marinella Cozzolino, Presidente dell’Associazione Italiana Sessuologia Clinica: “Il sesso virtuale, risolve la colpa, il peccato. L’uomo (e da qualche tempo anche la donna) cerca da sempre un ‘altrove’. Malgrado una vita sessuale soddisfacente si ha spesso bisogno di provare desiderio, tensione erotica, trasgressione che il partner, proprio in virtù della stabilità che ci lega, non può darci”.
Anche se il fenomeno coinvolge sia donne che uomini, al femminile i rapporti sul web si sviluppano in una dimensione più sentimentale e affettiva. Le donne, infatti, cercano più comunicazione e complicità emotiva rispetto agli uomini.
Chi sono gli utilizzatori di questa tecnica erotica?
Si potrebbe ipotizzare:
– I travestiti, quelli o quelle che fingono di essere dell’altro sesso. Fenomeno imperante nella chat etero.
– I segaioli, quelli nei quali la sessualità si è fermata alla sola tecnica masturbatoria, a cui non importa, per varie ragioni, confrontarsi con un altro corpo e fanno della masturbazione quasi una scelta di vita.
– I traditori virtuali. Sono fidanzati/sposati, che hanno una storia in corso, che vorrebbero evadere, ma senza “tradire” il proprio compagno/a se non virtualmente.
– I perversi, quelli che hanno fantasie erotiche particolari (sadomaso-fetish-travestimento), che però reprimono nella realtà, ed allora le sperimentano in rete.
– Gli amanti virtuali, quelli che amano solo al terminale, fanno l’amore al terminale, si innamorano al terminale, fanno scenate di gelosia al terminale, e ti lasciano al terminale.
In più, oltre la tendenza di fare sesso al computer tramite chat si sta diffondendo sempre più il sesso telefonico e quello con web cam.
Resta da capire se il sesso, quello inteso nella versione primordiale che coinvolge i corpi di due amanti, diverrà una pratica in via di estinzione.
Julia Heiman, direttrice del Kinsey Institute for Research in Sex, spiega che tra meno di dieci anni “saranno sviluppate tecnologie in grado di realizzare strumenti grazie ai quali chiunque potrà programmare un amante virtuale che abbia attributi con le caratteristiche e le dimensioni desiderate, in grado di pronunciare le frasi agognate al momento giusto dell’amplesso, facendo sì che il rapporto venga allietato anche da quelle sorpresine che il più delle volte dobbiamo chiedere, e che invece vorremmo avvenissero in automatico”.
Post di Claudia Corallino, specializzanda in Sessuologia all’università degli studi dell’Aquila (coordinatore: prof. Emmanuele A. Jannini).
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