Per conoscere lo stato di salute della propria fertilità basta un semplice esame di laboratorio, ma le cause dell’infertilità maschile sono diverse e a volte dipendono anche da scorretti stili di vita o da patologie trascurate negli anni. Abbiamo affrontato l’argomento con l’urologo Bruno Giammusso.
In questo articolo
Quando si può parlare di infertilità?
Si parla di infertilità quando in una coppia che decide di avere un figlio, dopo 12 mesi di rapporti non protetti, non si verifica una gravidanza. Il consiglio è quindi di non allarmarsi se la gravidanza non arriva subito, nei primi mesi, perché un’attesa di un anno è nella norma. Se però la coppia ha superato i 35 anni è bene anticipare i tempi, sottoponendosi dopo 6-7 mesi a un esame specifico che valuti lo stato di fertilità dell’uomo.
L’infertilità maschile è responsabile del 50% dei casi di mancata gravidanza, quando un tempo si pensava che la difficoltà di concepimento dipendesse principalmente dalla donna. Spesso si tende a confondere la fertilità con la virilità e a questo proposito occorre liberarsi da certi pregiudizi e agire tempestivamente sulle cause che impediscono il concepimento.
Quale esame valuta lo stato di fertilità?
L’esame di laboratorio che verifica lo stato di salute del liquido seminale è lo spermiogramma che valuta il numero, la mobilità e la forma degli spermatozoi. Se il numero degli spermatozoi è inferiore ai 15 milioni per ml, o se il numero di spermatozoi dotati di motilità progressiva è inferiore al 32% del totale, o se una percentuale di spermatozoi inferiore al 4% del totale ha una forma alterata, allora ci si orienta verso un disturbo della fertilità maschile. È bene ricordare che tali alterazioni dei parametri spermatici riducono la probabilità di gravidanza, ma non la rendono impossibile, se non nei casi di assenza completa di spermatozoi (azoospermia). In caso di infertilità maschile non curabile si può optare per la fecondazione assistita: l’inseminazione intrauterina o l’inseminazione in vitro.
Le cause dell’infertilità maschile
Le cause dell’infertilità maschile possono essere pre-testicolari, quando ad esempio coinvolgono l’equilibrio ormonale, o testicolari. In questo secondo gruppo di cause rientra il varicocele, ovvero la presenza di varici nel testicolo che, per la stasi di sangue che determinano, fanno aumentare la temperatura locale, condizionando negativamente la produzione e la maturazione degli spermatozoi. Sempre fra le cause testicolari vanno ricordate le testicolopatie primarie, che sono condizioni di deficit strutturale dei testicoli. Queste patologie possono essere congenite, ma possono anche dipendere fra le cause fattori tossici ambientali: l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, e i pesticidi, sono tra le principali cause. Questo è uno dei motivi per il quale negli anni Quaranta, quando l’inquinamento non era così diffuso, gli uomini avevano un numero di spermatozoi maggiore rispetto ai maschi del nuovo millennio. Mentre per il varicocele si può intervenire chirurgicamente, per la testicolopatia primaria non esiste cura. Infine abbiamo le cause post-testicolari dovute a prostatiti, infezioni e infiammazioni che creano un ambiente alterato per la sopravvivenza degli spermatozoi.
L’infertilità maschile si può prevenire?
Uno stile di vita corretto aiuta a mantenere in buona salute la propria fertilità. Il fumo di sigaretta e l’obesità sono tra i più diffusi fattori predisponenti all’infertilità maschile, così come l’abuso di alcol. Alcuni ormoni come gli anabolizzanti, utilizzati da chi pratica determinate discipline sportive come ad esempio il body building, possono creare danni irreparabili alla fertilità maschile. Stesso discorso per alcune malattie a trasmissione sessuale, come la clamidia e la gonorrea, che se non curate e trascurate possono causare problemi permanenti di infertilità. Anche l’HPV, il Papilloma Virus, può infettare i testicoli e creare infertilità. Per tutte queste patologie a trasmissione sessuale l’unica forma preventiva rimane il profilattico.
La visita dall’andrologo è fondamentale
L’andrologo è la figura competente che si occupa della salute riproduttiva maschile. A questo proposito è bene ricordare quanto sia importante la visita di controllo andrologica nelle diverse fasi della vita. La prima visita la compie il pediatra al neonato, poi durante la pubertà si valuta lo sviluppo corretto dei testicoli e la presenza di patologie, come ad esempio il varicocele, che in un futuro potrebbero causare infertilità. Dopo i 20 anni è consigliabile fare una visita almeno ogni due anni.
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