Sessualità

Il collega sbruffone va isolato senza esitazioni

Istruzioni per difendersi dai megalomani che, pur di arrivare alla vetta, sono disposti a fare sgambetti a chiunque

La collega della scrivania di fianco è una montata fuoriclasse, panzane su panzane per raccontare al mondo quanto il capo la stimi. Occhio: potrebbe farvi qualche sgambetto pur di scalare la vetta.
Non ha dubbi lo psichiatra Enrico Smeraldi: «I-so-la-men-to! Questo ci vuole per un collega così. Prendete le distanze e armatevi di pazienza, perché non è facile trattare in ufficio con chi soffre di megalomania. Se l’ipervalutazione di sé l’ha portato a errori sul lavoro, sfruttate le sue imprecisioni per indurlo a riflettere. Nel momento in cui lo vedete depresso perché il suo sbaglio è smascherato, provate a dirgli, con discrezione, che il suo atteggiamento non è producente, né per lui né per gli altri».
Già, perché anche il collega sbruffone ha dei cedimenti. Accade quando termina la fase maniacale, il castello di carte crolla e la persona va incontro a uno stress molto forte. «Quando le cose cominciano ad andare male e si perde l’ammirazione degli altri, un aiuto dalla psicoterapia è indispensabile, perché la caduta è dietro l’angolo», ammonisce lo psicologo Giorgio Rezzonico.
Attenzione a non farsi trascinare nel gorgo, a quel punto.

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