Sessualità

Freddo alle parti intime maschili: a piccole dosi può far bene

È una situazione completamente normale, che può arrivare a dimezzarne la misura. Attenzione però a non esporre i genitali a temperature basse per troppo tempo: le conseguenze potrebbero essere importanti

Quali sono gli effetti del freddo sulle parti intime maschili? I genitali dell’uomo soffrono il freddo. In situazioni normali, questo non rappresenta certo un problema. Quando la temperatura si avvicina allo zero, il corpo cerca di proteggere gli organi interni, limitando l’afflusso di sangue nelle estremità. È il motivo per cui con il freddo si gelano naso, mani e piedi. Lo stesso avviene anche al pene. È un evento temporaneo e non causa alcun danno permanente. Non si tratta né di una condizione clinica, né tantomeno di una malattia.

Effetti del freddo sulle parti intime maschili: perché il pene si rimpicciolisce?

Il corpo in questa situazione ordina la restrizione dei vasi che forniscono sangue alla pelle, per impedire al sangue più freddo di rifluire nel corpo, dove potrebbe causare l’abbassamento della temperatura intorno agli organi vitali. La conseguenza è che il tessuto delle estremità si rimpicciolisce. Il pene, così come i testicoli, non fanno eccezione a questa reazione. In queste condizioni il pene può arrivare a dimezzarsi. O meglio, l’area intima si ritira verso l’interno per una protezione generale. Anche la pelle dello scroto diventa più spessa, mentre i testicoli si avvicinano per cercare di non disperdere calore.

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Effetti del freddo sulle parti intime maschili: una sorta di ginnastica per la zona 

A piccole dosi il rimpiccolimento del pene per il freddo fa bene all’organo sessuale maschile. Gli impone una sorta di ginnastica, anche se sappiamo che non si tratta di un muscolo. Alla sua radice però ci sono i muscoli ischiocavernosi, che vengono chiamati anche muscoli dell’erezione, importanti per ottenere la rigidità e il mantenimento dell’erezione. La loro contrazione spinge il sangue che contengono verso il corpo del pene, con un aumento della pressione nei corpi cavernosi che determina il passaggio dalla fase di erezione turgida alla fase rigida. Si tratta di muscoli difficile da allenare, se non con gli esercizi di Kegel.

La sindrome del pene congelato

Diversa la situazione quando l’esposizione si prolunga nel tempo. In questo caso si cominceranno ad avvertire alcuni sintomi come dolore o prurito alle parti basse. Il colore della pelle della zona diventerà molto rossa, per arrivare fino a passare al bluastro. Il dolore diventerà sempre più forte. I liquidi contenuti nelle aree cavernose del pene possono cristallizzarsi con il rischio di traumi.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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