La biologia impone dei limiti alla fertilità femminile, restringendola al periodo in cui è presente il ciclo mestruale. In teoria, una donna può rimanere incinta dal menarca, cioè la prima mestruazione, fino alla menopausa.
«La curva della fertilità ha il suo picco intorno ai 25 anni, mentre cala dopo i 35», spiega Elena Frigerio, docente di psicologia delle emozioni all’Università di Pavia. «Ma il desiderio di maternità viaggia su altri binari, del tutto indipendenti dagli ormoni femminili».
L’ISTINTO MATERNO. «Non esiste un’età giusta per fare un figlio», prosegue la psicologa. «La voglia di concepire sorge quando la donna sente di aver raggiunto i propri obiettivi lavorativi, sociali, economici e di aver costruito una coppia stabile e caratterizzata da una maturità affettiva. Con l’idea di un figlio si mettono spesso in secondo piano la carriera lavorativa e le aspirazioni personali, e si è anche disposte ad accettare un cambiamento del proprio corpo».
L’OROLOGIO BIOLOGICO. «Scatta quando la donna si rende conto che il suo momento fertile prima o poi finirà e che il periodo per procreare è limitato», dice Frigerio. «Può farsi sentire dopo la comparsa di segnali fisici, come mestruazioni irregolari, ma può scattare anche a livello psicologico, quando le amiche rimangono incinte una dopo l’altra».
L’OSSESSIONE. Dopo i 35 anni l’orologio biologico si fa sentire con più forza e l’idea di un figlio può diventare un’ossessione, perché ci si rende conto di avere poco tempo a disposizione. «Si aggiungono i sensi di colpa per non averci pensato prima o per aver privilegiato il lavoro piuttosto che gli affetti», dice Frigerio. «In certi casi, la gravidanza non è più intesa come un progetto di coppia ma diventa una scadenza che incute ansia perché rimanda a un fallimento personale cui la donna vorrebbe porre rimedio a ogni costo».
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Ultimo aggiornamento: 14 luglio 2010