Sì, sì, sì. Motivati da considerazioni come: «non posso rifiutare altrimenti si offenderà», «se non lo faccio non mi rivolgerà più la parola», «non mi va ma non posso negarglielo, è un amico».
Passi una volta, passi due. Ma ci sono persone che a furia di acconsentire a tutto si ritrovano sotto pressione e arrabbiate con se stesse per aver accettato qualcosa che non desideravano fare.
Perché si dice sì controvoglia? «Per sembrare più gentili, per sentirsi accettati, per la paura di perdere l’affetto dei familiari e del partner e la stima di colleghi e amici, perché si ha la sensazione di non aver diritto a dire no», spiega Maria Martello, docente di psicologia dei rapporti interpersonali all’Università di Venezia. «In realtà, chi acconsente sempre a ogni richiesta e nasconde il proprio dissenso non è più disponibile di altri, è piuttosto qualcuno che non rispetta abbastanza se stesso ».
Non si deve retrocedere dalle proprie posizioni solo perché l’interlocutore non ci approva o ci dà contro. «Un no, detto al momento opportuno, aiuta a fermarsi, focalizzarsi su se stessi e a chiedersi se si sta facendo quello che davvero si vuole», dice Martello. «E imporre la propria parola è anche un mezzo per cementare l’autostima».
Piano piano, no dopo no, si impara a rispettarsi e si comprende che i propri dinieghi non condurranno per forza all’abbandono. Se vi voltano le spalle al primo rifiuto, allora avrete fiducia nel fatto che troverete nuovi affetti.
Se siete anche voi vittime della trappola del sì sempre e comunque, ecco alcuni trucchi, suggeriti dalla psicologa, da mettere in pratica durante una conversazione o in vista di una decisione importante. Potete scegliere tra un diniego secco, ironico o camuffato oppure provare tutti i metodi fi no a che trovate quello che vi fa sentire più a vostro agio mentre dite la vostra.
IL DISCO ROTTO. Rimanete fermi sulla vostra posizione, magari cambiando le parole ma dicendo comunque no. È una tecnica utile se il vostro interlocutore è insistente, persuasivo e vuole prendervi per stanchezza.
IL SANDWICH. Collocate il vostro rifiuto tra due frasi positive. Per esempio: «La tua idea è interessante, purtroppo non posso realizzarla, ma sono sicuro che troverai il modo di mandarla in porto». Anche se sembra meno efficace, è comunque un modo per mettere in chiaro che non siete d’accordo.
IL SANDWICH AL CONTRARIO. Dite di no, poi addolcite il vostro dissenso con una frase positiva (un complimento, per esempio), e infine ribadite il diniego. Per esempio: «Non posso proprio, mi spiace perché ti voglio bene, però proprio non posso».
L’ALTERNATIVA. Manifestate contrarietà o perplessità e subito dopo proponente un’alternativa. Per esempio: «Stasera non riesco a uscire con te, ma potremmo vederci domani o quando avrai tempo…». Vi sentirete meno in soggezione.
LA DISTRAZIONE. Se non ve la sentite di esprimere il rifiuto verbalmente, provate cambiando argomento e distraendo l’interlocutore. Per esempio, se lui insiste con un «non capisco perché non vuoi uscire coi miei amici stasera», lei potrà divagare con un «perché domani non m i porti a cena fuori?».
IL NO DIVERTENTE. Volgete la conversazione sul ridere, abbassate i toni, scherzate sulla proposta che vi è stata appena fatta: servirà ad alleggerire la tensione e vi aiuterà a esprimere il dissenso in un momento successivo. Per esempio: «Ma tu sei un mito! Non vorrai farmi credere che io ti sono indispensabile per quel trasloco! Con tutti i muscoli che ti ritrovi potresti sollevare un Tir da solo!».
IL NO SECCO. Una volta ogni tanto, dite un no secco, di quelli che gelano il sangue. Dopo vi sentirete più leggeri.
Giulia Lazzerini – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 6 agosto 2010