Sessualità

Cleptomania: cause, sintomi, cure

Il bisogno irrefrenabile di rubare è una dipendenza patologica da affrontare con la psicoterapia

Focus di Roberto Pani (puoi chiedergli un consulto), professore di psicologia clinica all’Università di Bologna.

La cleptomania non è la semplice (e diffusa) tentazione di portarsi via il saponcino dell’albergo o il bicchiere del pub. Nei cleptomani il pensiero di appropriarsi di un oggetto diventa così ossessivo da non dare tregua, finché la persona non lo mette in tasca. Allora rubare un pezzo di parmigiano dai banchi del super è come farsi una sniffata di cocaina, un bisogno da cui si dipende in modo patologico. Solo dopo averlo soddisfatto subentra una sorta di post orgasmo (ma anche un senso di colpa e di vergogna, per cui spesso i cleptomani restituiscono il maltolto).

Gruppo San Donato

• LA DIPENDENZA. Il bisogno irrefrenabile di rubare fa parte di un gruppo di dipendenze patologiche non da droghe: come lo shopping compulsivo, la bulimia o il gioco d’azzardo. E spesso questi disturbi della personalità si accavallano nella stessa persona. Perché succede? Molto spesso per riempire un senso di vuoto. I malati di furto non si sentono all’interno di un progetto esistenziale voluto da loro, non sanno bene che bussola stanno seguendo. Capita in maggioranza ai giovani, e capita in maggioranza alle donne. La cleptomania colpisce anche chi ha tutto, ma che ruba per riempire il vuoto di una vita (guarda: i cleptomani ricchi e famosi).

• COME USCIRNE. Nei casi meno gravi, quando la persona è consapevole di avere un problema e chiede aiuto, basta la psicoterapia comportamentale. Di solito i sintomi passano in sei, sette mesi, dopo aver fatto venire a galla la delusione per non sentirsi all’altezza delle aspettative altrui, e il dolore per non essere amati così come si è realmente e per essere stati manipolati. Una cura recente è lo psicodramma psicoanalitico di gruppo, costituito da circa otto pazienti seguiti da uno specialista: seduta dopo seduta, ognuno racconta la propria storia, poi a turno si recita, come si fosse a teatro, la scena di un piccolo furto. In quel momento è utile che un altro membro del gruppo suggerisca: «Non farlo, non hai bisogno di portare via questo profumo dallo scaffale del negozio, ma di un bacio o di quel fumetto che i tuoi non ti lasciavano leggere e che invece desideravi tanto. Ricordi? Ce l’hai raccontato».

• I FARMACI. Meglio evitare gli psicofarmaci, proprio perché queste dipendenze assomigliano a quelle per cui si cerca spasmodicamente una droga: prescrivere una pillola agirebbe da rinforzo. Certo, nei casi più gravi le medicine servono. Per esempio, per le personalità con tratti psicotici, antisociali e aggressivi, che non si limitano a rubare un oggetto, ma compiono atti vandalici, rompono le vetrine. In questo caso sono indicati, accanto alla psicoterapia, gli antidepressivi come la paroxetina, che aiutano a stabilizzare l’umore.
Roberto Pani, professore di psicologia clinica all’Università di Bologna

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