Si tratta di un virus che colpisce il sistema immunitario, ecco perché si parla di immunodeficienza. Dopo poche ore dal contagio si moltiplica con grande velocità nel sangue e da lì raggiunge i linfonodi. In questo stadio si parla di infezione HIV primaria e acuta. Il momento massimo dell’infezione acuta è quello in cui compaiono i sintomi tipici di una influenza con febbre, malessere diffuso, dolore alle articolazioni, infiammazione alle vie aeree superiori. Tendenzialmente questi sintomi appaiono dopo un mese dal contagio.
Queste manifestazioni sono il segno che il corpo sta reagendo, producendo anticorpi che aggrediscano il virus. In un primo momento le difese immunitarie sono efficaci, ma poco dopo il virus riprende a moltiplicarsi in modo costante e regolare. Più il virus si moltiplica, più è in grado di danneggiare il sistema immunitario, uccidendo i linfociti, che sono gli anticorpi deputati a combattere alcuni virus.
Se non vengono iniziate le terapie l’infezione fa ammalare il corpo di AIDS. In questa fase si è molto fragili e si viene colpiti dalle infezioni cosiddette “opportunistiche”.
Più dell’85% dei casi di Hiv sono provocati da rapporti sessuali non protetti con persone infette. Si può ormai dire che l’AIDS è una malattia sessualmente trasmissibile.
In questo articolo
Cos’è l’Hiv: dove si trova?
Il virus dell’HIV è comunque presente nei liquidi biologici della persona infetta:
- sangue
- sperma
- liquido pre-eiaculatorio
- secrezioni vaginali
- latte materno.
Cos’è l’Hiv: le vie di trasmissione
- Trasmissione sessuale: è quella che ormai, almeno in Europa, riguarda la stragrande maggioranza dei casi. Avviene attraverso il contatto diretto dei liquidi biologici infetti. I rapporti più a rischio sono quelli anali, perché la mucosa è fragile e ci possono essere delle lesioni che facilitano il passaggio del virus.
- Trasmissione attraverso il sangue: in Italia è rarissima. È praticamente legata solo allo scambio di siringhe infette tra tossicodipendenti.
- Trasmissione da madre e figlio: può avvenire durante la gravidanza, il parto o l’allattamento al seno. È possibile ridurre questo rischio somministrando la terapia antiretrovirale alla madre durante la gravidanza e al neonato nelle prime settimane di vita.
La prevenzione
Si attua usando il preservativo durante i rapporti sessuali.
Cos’è l’Hiv: la diagnosi
Si procede a un semplice esame del sangue. Esistono in commercio anche test cosiddetti fai da te, ma è sempre meglio fare il test da personale esperto.
È sieropositiva o HIV-positiva la persona che ha contratto l’HIV, ma che non ha infezioni opportunistiche. Chi risulta negativo, invece, è definito sieronegativo o HIV-negativo.
Essere sieropositivi all’Hiv non significa essere malati di Aids. L’Hiv è il virus dell’immunodeficienza umana che causa l’Aids, cioè la sindrome dell’immunodeficienza acquisita. L’Hiv attacca il sistema immunitario provocando un progressivo calo delle difese immunitarie, debilitando l’organismo. Se non viene curato l’Hiv provoca un indebolimento del sistema immunitario che espone chi lo ha contratto a malattie comuni che provocano gravi conseguenze perché il corpo non è in grado di combatterle. In sostanza l’Hiv è il virus, l’Aids la malattia.
Quali sono le terapie?
La terapia principale è quella antiretrovirale, capace di ridurre in modo estremamente significativo la quantità di virus nel sangue. Questo permette al sistema immunitario di riformarsi, con i linfociti che tornano su livelli vicini alla normalità. In questo modo la persona con HIV è protetta dall’AIDS. Le terapie quindi non sono ancora in grado di guarire da HIV, ma hanno permesso di cronicizzare questa condizione, rendendola gestibile.