Passo veloce, magari ascoltando musica o chiacchierando con gli amici, oppure ancora con il proprio cane. Ma fatelo. Sono ormai molti gli studi che confermano come l’attività fisica regolare e moderata sia un toccasana per la nostra salute, potente come un farmaco, ma senza effetti collaterali.
Ideale per la salute di chi ha problemi cardiaci
Un nuovo lavoro italiano ora promuove a pieni voti la camminata veloce anche per i cardiopatici. I pazienti che riescono a camminare velocemente, infatti, passano meno giorni in ospedale. Tra l’altro, anche quando subiscono un ricovero, ci stanno molto meno rispetto a chi non fa le passeggiate a ritmo sostenuto.
Studio italiano
La ricerca, firmata da Carlotta Merlo e i suoi colleghi dell’Università di Ferrara, è stata presentata a Lubiana a EuroPrevent 2018, congresso dell’European Society of Cardioloy (Esc). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica European Journal of Preventive Cardiology.
La ricerca
I ricercatori hanno messo sotto la lente d’ingrandimento per 3 anni 1.078 pazienti ipertesi. L’85% di loro aveva anche una malattia coronarica e il 15% una valvolare. A tutti è stato chiesto di camminare per 1 km su un tapis roulant. La velocità la dovevano scegliere loro: dovevano indicare quella che per loro era un’intensità moderata.
Successivamente sono stati divisi in tre gruppi: camminatori lenti (2,6 km/h), intermedi (3,9 km/h) e veloci (5,1 km/h). In totale 359 pazienti facevano parte del primo gruppo, 362 del secondo e 357 erano camminatori veloci. Il team ha poi registrato il numero di ricoveri per tutte le cause e la durata della permanenza in ospedale nei successivi 3 anni, grazie ai dati contenuti nel registro del Servizio sanitario dell’Emilia Romagna.
I risultati hanno evidenziato i benefici della camminata veloce.
Nel corso dei 3 anni di studio, 182 camminatori lenti (52%) hanno avuto almeno un ricovero in ospedale, contro il 44% di quelli intermedi e il 31% di quelli veloci.
Non solo. Gli esponenti dei tre gruppi hanno anche passato rispettivamente un totale 4.186 giorni (i lenti), 2.240 giorni (gli intermedi) e 990 giorni (i veloci) in ospedale in 3 anni. Ebbene, l’analisi ha mostrato che i camminatori veloci, quando si ricoverano, lo fanno però per meno tempo degli altri. In media 9 giorni a paziente, contro i 23 dei compagni più lenti. Per ogni km/h in più nella velocità totalizzata, c’è una riduzione del 19% della probabilità di ospedalizzazione in 3 anni. Il confronto con i compagni più lenti mostra che il rischio di un ricovero per i più veloci è ridotto del 37 per cento.
Il parere dell’esperto
«Più è veloce la camminata, minore è il rischio di ricovero e la durata della permanenza in ospedale – spiega Carlotta Merlo. – Dal momento che la velocità della camminata è un marker di mobilità limitata, collegata a una ridotta attività fisica, abbiamo dedotto che i camminatori veloci nello studio fossero tali anche nella vita reale. Camminare è l’esercizio più popolare negli adulti. È libero, non richiede un allenamento speciale e può essere praticato quasi ovunque. Anche brevi, ma regolari camminate hanno benefici per la salute sostanziali. Il nostro studio mostra che i benefici sono maggiori quando il ritmo del passo è aumentato».
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