Presente nell’1-2% della popolazione mondiale senza grandi differenze di sesso, la vitiligine è una malattia della cute caratterizzata dalla comparsa improvvisa di chiazze bianche in tutto il corpo, soprattutto su volto, zone intorno a bocca e occhi, mani e genitali. In Italia ci convivono 7 persone su 1000. Non ci sono differenze di genere. La vitiligine può comparire a qualsiasi età anche se nella stragrande maggioranza dei casi – il 95% – si verifica prima dei 45 anni. Più o meno la metà dei pazienti ne viene colpita tra i 15 e i 20 anni.
È una patologia causata dalla mancanza di un pigmento, la melanina, che è prodotto dai melanociti e conferisce il colore naturale alla pelle. Claudio Comacchi, dermatologo e socio fondatore del Gruppo italiano studio e terapia della vitiligine, spiega perché insorge e in che modo curare questa patologia, che ha picchi d’insorgenza durante l’adolescenza e intorno ai 40 anni.
In questo articolo
Quali sono le cause della vitiligine?
La familiarità incide per circa il 15 per cento. Tra gli altri fattori scatenanti della patologia ci possono poi essere:
- l’associazione a malattie autoimmuni, quali la tiroidite di Hashimoto, la gastrite autoimmune o la celiachia.
- Anche una situazione stressante acuta, come un lutto, o cronica, per esempio una separazione, può favorire la comparsa della patologia.
- La vitiligine può essere innescata anche da una carenza di vitamine, soprattutto vitamina D e vitamina B9 (acido folico).
Il ruolo della proteina MIA
È stata una ricerca italiana condotta dall’Università degli Studi di Padova a scoprire una nuova proteina, la MIA (Melanoma Inhibitory Activity), che è presente nelle persone colpite dalla forma più comune di vitiligine. Questa proteina è prodotta solo da chi ha la vitiligine. La principale ipotesi è che questo accada per un errore genetico. Quando è presente elimina per distacco i melanociti, con la conseguenza della formazione della macchia bianca tipica della malattia. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Dermatological Science.
Quali sono le zone più colpite dalla vitiligine?
La vitiligine colpisce soprattutto il contorno della bocca e degli occhi, le dita e i polsi, le ascelle, l’inguine, i genitali, le mucose della bocca e il cuoio capelluto.
Due tipi di vitiligine
La vitiligine può essere non-segmentale (anche detta bilaterale o vitiligine generalizzata) o segmentale (unilaterale o vitiligine localizzata). Nel primo caso le chiazze bianche compaiono su entrambi i lati del corpo, in maniera del tutto simmetrica. Questa è la forma più comune, che interessa addirittura 9 pazienti su 10. Nel secondo caso, invece, le chiazze non sono simmetriche e interessano una sola parte del corpo. Si tratta di una forma poco frequente, che compare soprattutto nei bambini.
Come si cura?
La terapia va sempre adeguata alle caratteristiche della vitiligine del singolo paziente. Il dermatologo ne deve valutare lo stato di attivazione (fase stazionaria, in regressione o in peggioramento) e poi sceglie la cura più indicata. Tra i trattamenti più utilizzati ci sono:
Farmaci corticosteroidi topici
Stando a ciò che raccomanda l’Istituto Superiore di Sanità, i corticosteroidi topici possono essere prescritti se la vitiligine bilaterale è presente in meno del 10% del corpo, se le misure di protezione solare e l’applicazione di creme che nascondono le macchie non sono sufficienti e non si è in gravidanza. Si applicano sulla pelle sotto forma di pomate o unguenti e possono essere utilizzati anche sul viso. In alcuni casi i corticosteroidi possono addirittura bloccare la diffusione delle macchie e ripristinare il colore originale della cute. I farmaci maggiormente prescritti sono il fluticasone propionato, il betametasone valerato e l’idrocortisone butirrato. I corticosteroidi vanno somministrati sotto stretto controllo medico perché potrebbero comportare effetti collaterali. Tra questi striature e assottigliamento della pelle, comparsa di vasi sanguigni visibili, aumento della peluria, dermatite da contatto e acne.
Immunosoppressori
Il dermatologo può optare per farmaci immunosoppressori, come Pimecrolimus e Tacrolimus per uso locale. Si tratta di inibitori dell’enzima calcineurina, normalmente utilizzati per la cura dell’eczema atopico. Possono essere prescritti per contribuire a ripristinare il colorito naturale della pelle in adulti e bambini con vitiligine. Anche questi farmaci possono causa alcuni effetti collaterali, come bruciore dopo l’applicazione, sensibilità della pelle alla luce solare, irritazione della cute dopo aver assunto bevande alcoliche.
Fototerapia
L’Istituto Superiore di sanità ricorda che la fototerapia può essere utilizzata nei casi in cui le cure topiche non abbiano funzionato, la vitiligine sia molto diffusa o molto impattante sulla qualità della vita. Il trattamento prevede che la pelle sia esposta ai raggi ultravioletti A (UVA) o ultravioletti B (UVB) emessi da una lampada particolare. Spesso la fototerapia viene combinata con cure farmacologiche (ad esempio la luce UVA viene spesso associta con psoralene). Si può utilizzare anche la microfototerapia.
Trapianto di pelle
In alcuni casi si può prelevare un campione di pelle, dal quale lo specialista estrae le cellule responsabili del normale colorito, i melanociti. Questi poi vengono trapiantati sulle zone colpite dalla vitiligine. Questo trattamento non è adatto sui bambini.
Depigmentazione
Nei pazienti che hanno più del 50% del corpo colpito da vitiligine, lo specialista può intraprendere la depigmentazione. Si tratta di un trattamento che consiste nell’eliminare il colore della pelle sana con un farmaco a base di idrochinone. Questo, sotto forma di lozione, va applicato sulla pelle normale fino a renderla dello stesso bianco della pelle depigmentata.
Integratori
Esistono degli integratori, come quello a base di gardenia jasminoides, che stimolano la produzione di melanina. Clicca qui per saperne di più
Tutte le chiazze bianche sono segno di vitiligine?
Non tutte le chiazze bianche sulla cute sono segno di vitiligine, ma potrebbero essere dovute al fotoinvecchiamento cronico oppure al pitiriasi versicolor (il «fungo del mare») o ad altre patologie cutanee. È, però, sempre bene farle esaminare da un dermatologo. Se, infine, vi sono in famiglia casi di vitiligine o di alterazioni della funzionalità tiroidea è bene sottoporsi ogni anno a una visita dermatologica con la lampada di Wood, una lampada a raggi ultravioletti che esamina la pelle in modo più accurato.