Le tonsille, le piccole masse di tessuto linfatico situate dietro la lingua, hanno una funzione difensiva contro numerosi agenti patogeni quali batteri, virus, materiali estranei di varia natura. «Sono davvero essenziali solo nei primi dieci anni di vita. Dopo no», spiega Matteo Richichi, direttore della divisione di otorinolaringoiatria del Fatebenefratelli di Milano. Perciò, se continuano a infiammarsi, si eliminano. Anche a 80 anni.
• La tonsillite. Possono essere sede di processi infiammatori, o tonsilliti, a decorso acuto, subacuto o cronico.
I sintomi? Arrossamento di tonsille e faringe, dolore alla deglutizione, febbre anche elevata, debolezza e malessere generale.
In genere, bastano gli antinfiammatori e riposo al caldo. Se necessario, si assumono gli antipiretici per controllare la febbre, mentre gli antibiotici solamente nel caso di un’infezione batterica.
• Quando operare. Le nuove linee guida internazionali prevedono il ricorso al bisturi solo se ci sono ostruzioni respiratorie (tonsille troppo grosse, che provocano apnea), oppure nel caso di ripetute infezioni resistenti agli antibiotici. In linea di massima, si opera se si presentano almeno quattro tonsilliti all’anno, per almeno due o tre anni di seguito.
L’asportazione delle tonsille dà risultati significativi, anche in tarda età, e poi non si avrà, occasionalmente, che qualche irritazione faringea. C’è un caso in cui asportarle è indispensabile: quando nelle tonsille è presente lo streptococco beta emolitico di gruppo A, possibile responsabile di danni a cuore, reni e articolazioni.
• L’intervento. La tonsillectomia si fa in anestesia generale, con una notte di degenza: il chirurgo, con uno strumento a pinza, separa la tonsilla dalla parete faringea.
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