Salute

Vertigini? Ecco come curarsi

Le soluzioni, a casa o presso centri specializzati, per eliminare la sensazione di perdere l'equilibrio

Nei casi di vertigini croniche, resistenti alle terapie, si può ricorrere alla rieducazione vestibolare, cioè a training riabilitativi mirati a insegnare come superare i disturbi attraverso nuove strategie di equilibrio.

Marcia sul posto e occhi chiusi
A seconda della gravità del problema, la rieducazione può essere di due tipi. «La prima, da fare a casa, prevede semplici esercizi, come per esempio marcia sul posto a occhi chiusi, rapidi movimenti della testa mantenendo gli occhi fissi su un punto, marcia in un corridoio muovendo il capo in varie direzioni», spiega Giorgio Guidetti, direttore del servizio di vestibologia e rieducazione vestibolare dell’Azienda Usl di Modena. Bastano in genere venti minuti al giorno per un mese per ottenere notevoli benefici.

Gruppo San Donato

La seconda, più complessa, richiede l’accesso a centri specializzati in rieducazione vestibolare. Essa prevede, infatti, esercizi in una palestra dotata di strumenti computerizzati che creano varie difficoltà di equilibrio. Qualche esempio? Pedane mobili che, con cambi di velocità, simulano percorsi in salita e in discesa, piattaforme dinamiche cioè con la base non stabile, luci mobili proiettate sul soffitto e sulle pareti, pedane statiche.

In questi casi, il paziente deve reagire seguendo le indicazioni dei tecnici, che lo guidano nell’esecuzione degli esercizi. L’allenamento, che di solito deve essere svolto per un’ora al giorno per cinque giorni alla settimana, richiede collaborazione e concentrazione.

Miglioramenti tra due e quattro settimane
Nei giovani il recupero avviene in tempi rapidi, al massimo due settimane, negli anziani in un mese circa. Il miglioramento è sia soggettivo («mi sento meglio»), sia oggettivo, misurato cioè con appositi strumenti. In particolare, a ciascun esercizio è associato un punteggio numerico, in modo da poter quantificare i risultati ottenuti.
I limiti della rieducazione? «Scarsa disponibilità del paziente a eseguire gli esercizi, magari per il timore di cadere, malattie invalidanti per le gambe, età molto avanzata», dice Guidetti.

Il percorso che di solito si mette in atto comporta varie fasi, di cui due molto importanti: la visita preventiva con lo specialista, che stabilisce lo schema da seguire, e la visita finale per decidere le strategie terapeutiche successive. In entrambe le visite, vengono compilati questionari che monitorano vari aspetti: stato emotivo, livello di stress, rischio di caduta e grado di difficoltà nella vita quotidiana.

Paola Arosio – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 30 giugno 2010

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