Un forte trauma, come una caduta da cavallo o un incidente stradale, può portare alla rottura di una o più vertebre, quasi sempre nelle zone in cui la colonna cambia curvatura ed è più vulnerabile», spiega Ermanno Martucci, primario della sezione A dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna.
«In particolare: nel punto di passaggio fra la parte cervicale (convessa in avanti) e quella dorsale (convessa all’indietro), e nell’analogo punto fra la parte dorsale e quella lombare (convessa in avanti)».
• Sintomi. Il paziente sente un dolore violentissimo, come una pugnalata (a volte, però, il dolore può essere provocato anche solo dalla rottura di un legamento).
• I soccorsi. È importante usare un’apposita barella, definita a cucchiaio, che permette di immobilizzare la colonna vertebrale nella sua interezza.
• Diagnosi. Una radiografia e, se necessario, la risonanza magnetica permettono di capire esattamente che cosa è successo. I test neurologici consentono poi di individuare eventuali danni al midollo spinale e alla cauda equina (la parte finale del midollo), provocati dal trauma.
• Terapia. Se la frattura è composta, basta indossare un apposito busto rigido per alcune settimane (dipende dai casi). Se invece è scomposta, deve intervenire il chirurgo, riportando le vertebre rotte alla posizione originale, grazie anche a viti e barre di titanio.
Fondamentale è evitare, subito dopo il trauma, che frammenti di ossa comprimano il midollo, perché i tessuti nervosi sono molto delicati e possono andare incontro a degenerazione, con rischio di paralisi.
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Ultimo aggiornamento: 2 febbraio 2010
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