Quando si parla di igiene del sonno si parla soprattutto delle ore che in media bisognerebbe dormire ogni notte. Sette circa, dicono gli esperti. Tuttavia, oltre alla quantità di sonno, è importante anche la regolarità, come sottolinea uno studio del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard Medical School di Boston. Secondo la ricerca, pubblicata su Diabetes Care, non solo poche ore di sonno, ma anche il variare ripetutamente l’ora in cui si va a letto può favorire l’insorgenza della sindrome metabolica.
Lo studio
I ricercatori hanno invitato 2.003 pazienti ad analizzare il proprio sonno usando dei dispositivi chiamati attigrafi, in grado di valutare i movimenti durante la notte e i cicli sonno-veglia. In media, i partecipanti allo studio dormivano 7,15 ore a notte e andavano a letto attorno a mezzanotte meno venti. Circa 707 partecipanti, cioè il 35% del campione, manifestavano la cosiddetta sindrome metabolica, con aumento del rischio di cardiopatia, ipertensione, iperglicemia, eccesso di grasso attorno al girovita e livelli anormali di colesterolo o trigliceridi.
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Meno di un’ora, minor rischio
Quasi due terzi del campione presentava più di un’ora di variazione nella durata del sonno e il 45% più di un’ora di variazione nell’orario in cui andava a letto. Rispetto alle persone che presentavano meno di un’ora di variazione nella durata del sonno, quelle la cui durata del sonno variava da 60 a 90 minuti avevano il 27% in più delle probabilità di avere la sindrome metabolica.
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Percentuali di rischio
L’aumento del rischio saliva al 41% nelle persone con una variazione da 90 a 120 minuti nella durata del sonno e raggiungeva il 57% nei soggetti con più di due ore di variazione. Rispetto alle persone con non più di mezz’ora di variazione nell’orario di coricamento notturno, quelle il cui orario variava tra 30 a 60 minuti presentavano un rischio analogo di sindrome metabolica. Tuttavia, il rischio era del 14% più elevato quando gli orari variavano dai 60 ai 90 minuti e il 58% più elevato quando variavano di oltre 90 minuti.
“Colpa” dell’orologio biologico
Perché variare l’orario in cui si va a dormire ha un effetto negativo sulla salute metabolica? Secondo gli esperti, il meccanismo potrebbe avere a che fare con i nostri orologi biologici. Se vuoi approfondire l’argomento sui ritmi circadiani, leggi questo articolo.
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