Quasi raddoppiato il numero di donne sopravvissute al cancro ovarico in un arco di due anni. Tutto questo grazie a un vaccino personalizzato, capace di stimolare e rafforzare il sistema immunitario.
È questo, in estrema sintesi, il risultato di uno studio pilota americano, condotto dall’Università della Pennsylvania e pubblicato sulla rivista scientifica Science Translational Medicine.
Come si produce il vaccino
Il vaccino viene prodotto prendendo le cellule immunitarie dal sangue della paziente. Successivamente vengono esposte a tessuto tumorale per addestrarle a identificare e a infiltrarsi nelle cellule cancerose, annientandole. A un anno, il 100% delle donne vaccinate – tutte con tumore in stadio avanzato – era ancora vivo rispetto al 60% di quelle che avevano ricevuto solo due farmaci.
La ricerca e i risultati
Nella ricerca sono state coinvolte 25 donne. I ricercatori hanno riprogrammato le cellule immunitarie per renderle in grado di riconoscere il tumore. I risultati sono stati estremamente promettenti: quasi 8 donne su 10 sono sopravvissute per due anni, il 78% rispetto al 44% di coloro che hanno solo assunto medicinali.
Il parere dell’esperto
«Il cancro ovarico è un killer silenzioso che, una volta diagnosticato, si trova di solito nella fase avanzata – spiega Lana Kandalaft, primo autore dello studio. – La combinazione di chemioterapia e chirurgia è lo standard di cura. Nell’85% dei casi però la malattia si ripresenta e rimangono poche altre opzioni terapeutiche. Ma è stato dimostrato che circa il 55% delle pazienti con carcinoma ovarico ha una risposta immunitaria spontanea e questa risposta è correlata con una migliore sopravvivenza».
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