Il vaccino AstraZeneca si chiama ChAdOx1 nCoV-19 e utilizza la versione innocua e indebolita di un virus comune che causa il raffreddore negli scimpanzè. I ricercatori hanno già usato questo tecnologia contro molte malattie virali, come l’influenza, lo Zika e anche la Mers che è sempre causato da un coronavirus. Il virus è geneticamente modificato, così da rendere impossibile che possa riprodursi nel corpo umano. I ricercatori hanno trasferito le istruzioni genetiche al vaccino della proteina spike del coronavirus che causa Covid, grazie alla quale il coronavirus riesce a entrare nelle cellule. Sono quindi profondamente diversi dai vaccini Pfizer-Biontech e Moderna.
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Vaccino AstraZeneca: come funziona?
Quando il vaccino entra nel corpo umano, usa questo codice genetico per produrre la superficie della proteina spike del coronavirus. Questo porta a una risposta immunitaria, spingendo il nostro sistema di difesa ad attaccare il coronavirus quando infetta l’organismo.
L’Università di Oxford e AstraZeneca hanno annunciato che il loro vaccino è efficace nel prevenire che molte persone si ammalino e ha dimostrato l’efficacia in differenti gruppi di età. L’immunità parte all’incirca 22 giorni dopo la prima dose. Nella sperimentazione si è visto che tra le persone che avevano assunto il placebo, dieci sono state ricoverate in ospedale, di cui due con gravi sintomi. Una persona ha perso la vita. Tra coloro che avevano preso il vaccino non ci sono state ricoveri ospedalieri. La prima dose di vaccino previene la totalità delle ospedalizzazioni dopo 22 giorni.
Funziona sulle varianti?
Finora non ci sono studi che dimostrino che questo vaccino posso essere meno efficace sulla variante inglese del coronavirus. La protezione verso la variante sudafricana risulta invece meno affidabile. Lo studio che lo sostiene è però troppo esiguo per essere significativo. Ecco perché le autorità sudafricane hanno deciso di sospendere l’uso di questo vaccino, attendendo studi più approfonditi.
La variante sudafricana
Il problema di questo studio non è solo il basso numero di dati a disposizione, ma anche perché i partecipanti erano tutti giovani e in buona salute. Com’è noto questa parte della popolazione ha in genere sintomi molto limitati. Quindi non si può comprendere se il vaccino riesca o meno a evitare i ricoveri in ospedale che generalmente sono tipici di chi sia più anziano o abb
L’MHRA, l’agenzia che regola il mercato del farmaco in Gran Bretagna, ha affermato che dalle analisi svolte ci sono stati tre casi di sospetti effetti indesiderati del vaccino dell’Università di Oxford e di AstraZeneca ogni 1.000 dosi di vaccino inoculato. I numeri sono molto simili a quelli registrati per il vaccino antinfluenzale.