Il vaccino AstraZeneca ha da sempre avuto problemi perlomeno di comunicazione. Già subito dopo aver annunciato la fine della sperimentazione, ha dovuto proseguire con i test per convincere la comunità scientifica della correttezza dei propri dati. Com’è noto si tratta di un vaccino tradizionale, a differenza dei due concorrenti americani Pfizer e Moderna, uguale invece a Johnson & Johnson. Utilizza quindi un virus vettore, un adenovirus che in genere causa un raffreddore negli scimpanzé. Al suo interno ha il materiale genetico che codifica la proteina Spike del virus SARS-CoV-2. Una volta iniettato stimola le difese immunitarie contro il coronavirus che provoca Covid 19.
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AstraZeneca: 86 casi sospetti su 25.000.000 di dosi, lo 0,00034%
Lo scorso 7 aprile l’Agenzia Europea del Farmaco ha confermato che c’è un legame tra la somministrazione di questo vaccino e alcuni rarissimi casi di eventi trombotici cerebrali e addominali, correlati a un deficit di piastrine nel sangue. Nel dettaglio l’Ema ha analizzato approfonditamente 62 casi di trombosi cerebrale dei seni venosi e 24 episodi di trombosi addominali. Diciotto le persone che a seguito di questi eventi hanno perso la vita. Questi casi sono accaduti su un totale di 25.000.000 di persone vaccinate. In termini percentuali stiamo parlando dello 0,00034 per cento. Il giudizio dell’Ema resta estremamente positivo per quanto riguarda il rapporto rischi-benefici. In pratica è decisamente più rischioso non vaccinarsi, che il contrario.
Non si conoscono i fattori di rischio
Gli esperti dell’Agenzia del Farmaco non sono stati in grado di identificare un fattore di rischio specifico. La maggior parte dei casi ha colpito donne sotto i 55-60 anni, un paio di settimane dopo l’iniezione. Non sarebbe quindi possibile stabilire quali siano in concreto i fattori di rischio, come sesso, età o malattie preesistenti. L’Ema ha detto che si tratta di una decisione più politica che scientifica.
Non solo AstraZeneca, anche gli altri vaccini anti Covid hanno casi di trombosi
L’Ema ha poi spiegato come anche gli altri vaccini anti Covid abbiano come effetti collaterali alcune trombosi. In particolare 35 casi per il vaccino di Pfizer-BioNTech, su 54.000.000 di persone vaccinate. Sono 5 i casi per il vaccino di Moderna su 4.000.000 di persone vaccinate nel mondo. Johnson & Johnson, che non è ancora utilizzato nei Paesi dell’Unione europea, ha registrato 3 casi su 4.500.000 di persone vaccinate nel mondo.
Quali sono i sintomi degli effetti collaterali?
Chi ha ricevuto una dose di AstraZeneca deve stare attento principalmente ai seguenti sintomi:
- dolore al petto,
- respiro corto,
- gonfiore alle gambe,
- dolore addominale che non passa,
- forte mal di testa,
- vista sfocata,
- lividi nella zona dell’iniezione.
Se compare una o più di queste manifestazioni, bisogna immediatamente rivolgersi al proprio medico di famiglia.
Ci sono rimedi?
Il primo consiglio di Ema è quello di non usare eparina, se il medico sospetta che un suo paziente abbia effetti collaterali di questo tipo dopo l’iniezione. Alcuni esperti consigliano di usare altri anticoagulanti, ma non c’è un parere unanime sulla loro utilità. Altri possibili trattamenti includono immunoglobuline, steroidi e plasmaferesi.
Chi ha fatto la prima dose con AstraZeneca, come deve comportarsi con la seconda?
AstraZeneca finora è stato usato per cittadini sotto i 60 anni. Principalmente il personale di scuole e università – quasi 900.000 persone – e delle forze dell’ordine – più o meno 220.000 persone. Il richiamo è previsto dopo 12 settimane. Gli esperti del ministero della Salute e dell’Agenzia del Farmaco Italiana hanno confermato che anche la seconda dose sarà AstraZeneca. Altri Paesi, come Francia e Germania hanno deciso che sarà utilizzato o Moderna o Pfizer. Non si potrà scegliere quale vaccino utilizzare.
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