Il vaccino anti-Covid può essere fatto anche in gravidanza e durante l’allattamento. A dirlo sono le società scientifiche italiane dei ginecologi (SIGO, AOGOI, AGUI, AGITE) in un documento condiviso dalle società scientifiche dei neonatologi (SIN), dei pediatri (SIP), di medicina perinatale (SIMP), degli embriologi (SIERR) e dalla federazione nazionale degli ordini della professione di ostetrica (FNOPO). Questo position paper, redatto sulla base delle ultime evidenze scientifiche e del rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulla sorveglianza ostetrica, fornisce delle linee di indirizzo rivolte sia alle donne in dolce attesa sia agli operatori sanitari.
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Il vaccino anti-Covid è sicuro in gravidanza e durante l’allattamento?
Gli specialisti spiegano che, poiché i dati disponibili sul vaccino anti-Covid derivano da ricerche condotte su modelli animali, non sono disponibili dati di sicurezza ed efficacia nelle donne in gravidanza e allattamento. Tuttavia, trattandosi di un vaccino con mRNA, cioè non di un vaccino a virus vivo, in cui le particelle di mRNA vengono rapidamente degradate, si ritiene che possa essere considerato sufficientemente sicuro nelle donne incinte.
La donna in dolce attesa deve essere adeguatamente informata
Poiché il vaccino anti-Covid in gravidanza è una scelta personale, la donna in dolce attesa deve essere sempre informata adeguatamente dal medico di famiglia o dallo specialista su vari punti:
- il livello di circolazione del virus nella comunità;
- i potenziali rischi del vaccino;
- i rischi connessi all’infezione da Covid in gravidanza, sia per la salute materna sia quella fetale;
- i vaccini attualmente approvati dalla FDA non sono stati testati sulle donne gravide e pertanto non vi sono dati relativi alla loro sicurezza in gravidanza;
- il maggior rischio, in caso di infezione, di sviluppare una grave morbosità materna con possibili ripercussioni anche sugli esiti feto-neonatali, in presenza di un’età materna uguale o superiore a 35 anni, di comorbilità pregresse come asma, obesità, diabete, ipertensione e in caso di appartenenza a etnia nera o altre minoranze etniche;
- l’occupazione professionale come operatrice sanitaria o caregiver in contesti in cui l’esposizione al virus è alta rappresenta un ulteriore elemento di rischio aggiuntivo da considerare nel decidere se vaccinarsi o meno in gravidanza e allattamento.
Il vaccino anti-Covid in gravidanza e durante l’allattamento
Le indicazioni delle società scientifiche dei ginecologi, espresse in questo documento, sono le seguenti:
- Le donne gravide che non hanno una storia recente di infezione da Sars-CoV-2 e che hanno specifici fattori di rischio aggiuntivi possono considerare favorevolmente di ricevere il vaccino anti-Covid, che è eseguibile in qualsiasi epoca di gravidanza.
- Non vi sono controindicazioni all’esecuzione delle altre vaccinazioni raccomandate in gravidanza. A scopo prudenziale, in assenza di evidenze, si raccomanda di mantenere un intervallo di almeno 14 giorni tra i vaccini. Nello specifico: in prossimità del picco epidemico influenzale, a prescindere dall’epoca di gravidanza, le donne possono ricevere anche il vaccino anti-influenzale; in prossimità della 28a settimana possono ricevere il vaccino anti-pertosse.
- Le donne che allattano e non riportano una storia recente di infezione da Covid, possono considerare favorevolmente di ricevere il vaccino.
- Le donne gravide che hanno riportato una storia recente di infezione da Covid, possono comunque decidere se vaccinarsi o no; dato che le evidenze indicano che una reinfezione è altamente improbabile nei 90 giorni successivi all’inizio dell’infezione, si suggerisce di differire la vaccinazione fino alla fine di questo periodo.
Le misure preventive sono sempre valide a prescindere dalla vaccinazione
Alle donne che decidono di non fare il vaccino anti-Covid in gravidanza è fondamentale ricordare l’importanza delle altre misure preventive, quali l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, il distanziamento fisico e il lavaggio frequente delle mani.