Tumori

Diagnosi precoce del tumore al polmone con Tac spirale

La diagnosi precoce tramite la Tac spirale e i progressi della chirurgia robotica consentono maggiori possibilità di cura per questa malattia. E nel prossimo futuro si aggiungerà l’intelligenza artificiale

Diagnosi precoce del tumore al polmone resta un obiettivo fondamentale. Anche in questo tormentato 2020 il tumore del polmone si è riconfermato come il terzo più diagnosticato in Italia (dopo mammella e colon-retto) con oltre 40.000 nuovi casi stimati.

A essere maggiormente colpiti sono ancora una volta gli uomini, con circa 27.000 nuove diagnosi. Il loro numero sta fortunatamente calando in tutte le fasce di età, ma soprattutto tra i 50 e i 69 anni (-6,2%) per merito delle campagne anti-fumo. Trend opposto per le donne, che con un aumento del 3,4%, quest’anno conteranno oltre 13mila casi. L’incremento più evidente è tra le over 70, verosimilmente legato all’aumento dell’abitudine al fumo a partire dalla fine degli anni 80. Lo si scopre sfogliando il rapporto «I numeri del cancro in Italia 2020», stilato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) in collaborazione con Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), Società Italiana di Anatomia Patologica (SIAPEC-IAP), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia).

Gruppo San Donato

Tumore al polmone senza sintomi nei primi stadi

«Il tumore del polmone continua a essere una malattia insidiosa perché silente». Giulia Veronesi è direttrice del programma di chirurgia toracica robotica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e professore associato di chirurgia toracica all’Università Vita-Salute San Raffaele. «Se non si fanno esami di controllo, in otto casi su dieci la malattia viene scoperta troppo tardi, quando si sono già sviluppate le metastasi. Al contrario, grazie allo screening l’80% dei tumori al polmone può essere intercettato ancora in fase iniziale».

Tac spirale a basso dosaggio, un esame utile e sicuro

Lo strumento chiave per la diagnosi precoce è la Tac spirale a basso dosaggio, un esame sicuro, con un basso livello di radiazioni, a cui dovrebbero sottoporsi periodicamente tutti i forti fumatori o ex fumatori dopo i 55 anni, ma anche dopo i 50 in caso di familiarità per il tumore.

La sua utilità è stata dimostrata da diversi lavori internazionali

L’ultimo, in ordine di tempo, è il grande studio europeo Nelson (Nederlands-Leuvens Longkanker Screenings Onderzoek), condotto su oltre 15mila partecipanti tra Belgio e Paesi Bassi. I risultati di dieci anni di osservazioni, pubblicati sul New England Journal of Medicine, evidenziano come l’impiego della Tac comporti una riduzione della mortalità del 24% tra gli uomini e del 33% tra le donne. Ormai tutte le società scientifiche raccomandano questa tecnica diagnostica, ricorda Giulia Veronesi, «ma il suo impiego nel mondo reale è ancora scarso».

Le SMAC, Smokers health Multiple ACtions 

In Italia, in particolare, la Tac spirale non viene usata per programmi di screening su scala nazionale. Si esegue solo in alcuni progetti di ricerca, come quello coordinato dalla stessa professoressa di chirurgia toracica al San Raffaele. Si chiama SMAC (Smokers health Multiple ACtions). È pensato per le persone ad alto rischio di sviluppare una malattia polmonare o cardiaca associata al consumo di tabacco. Con finanziamenti del Ministero della Salute, ha l’obiettivo di definire un programma di screening che permetta in un’unica occasione di scoprire precocemente più malattie correlate al fumo:

  • il tumore del polmone in primis,
  • la broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO),
  • l’enfisema,
  • le cardiopatie.

I volontari sottoposti anche alla spirometria

La Tac spirale permette infatti di studiare non solo i noduli polmonari sospetti. Verifica anche le condizioni generali del tessuto polmonare e le calcificazioni che intaccano le coronarie. Per completare il quadro i volontari del progetto SMAC vengono sottoposti anche alla spirometria. In questo modo si valuta la funzionalità respiratoria. Sono ancora in fase di studio alcuni test per la ricerca nel sangue di molecole «spia» delle varie malattie, grazie al supporto dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc). Il progetto, iniziato nel settembre 2018 e prorogato fino a marzo 2022, ha già coinvolto 1.200 persone. «I primi dati come numero di tumori riscontrati sono migliori delle attese, perché la selezione dei partecipanti allo screening è molto mirata e intercetta soggetti con maggiore probabilità di avere il tumore», precisa la coordinatrice.

Screening su lavoratori esposti all’amianto

Per rendere le diagnosi ancora più precise e affidabili, presto potrebbe scendere in campo l’intelligenza artificiale. Ci sono già diversi algoritmi in sperimentazione che sono stati sviluppati proprio per analizzare le immagini della Tac in modo standardizzato, obiettivo e riproducibile, così da ridurre il margine di errore dovuto all’occhio umano.

«Oltre a esaminare i noduli sospetti i software possono valutare anche altre caratteristiche del tessuto polmonare, riconoscendo ad esempio gli effetti proinfiammatori del fumo. Incrociando tutte queste informazioni, potranno tracciare un quadro più completo della situazione del paziente, facilitando la messa a punto di terapie mirate».

Gli stessi ricercatori del San Raffaele, grazie al sostegno di Inail, metteranno alla prova dei software di apprendimento automatico sviluppati dagli ingegneri dell’Università di Barcellona, addestrandoli con i dati dei pazienti già sottoposti a precedenti screening su oltre mille lavoratori esposti all’amianto. «La speranza è che i risultati di tutti questi progetti di ricerca possano spianare la strada nel giro di pochi anni a un programma di screening istituzionale, promosso dal Ministero della Salute e accessibile a tutti i cittadini a rischio». Il vantaggio che ne conseguirebbe è evidente: «scoprire il tumore del polmone per tempo significa avere più probabilità di vincerlo senza doversi sottoporre a terapie invasive».

La tecnica operatoria mininvasiva

Un aiuto in questo senso arriva dai continui progressi della chirurgia robotica, che permette di asportare i tumori iniziali (con dimensioni inferiori ai 2 centimetri) in maniera minivasiva. Ciò significa che non si deve più togliere tutto il lobo polmonare ma solo la parte colpita dal tumore. In questo modo si risparmia tessuto sano e conservando una migliore funzionalità respiratoria. Questo è possibile perché «il sistema robotico offre una visione tridimensionale più nitida del campo operatorio. Così permette al chirurgo di agire tramite strumenti di precisione che si muovono in maniera più agile e raffinata. L’intervento risulta così più efficace, meno traumatico e determina un minor rischio di complicanze».

Tra diagnosi e intervento passano in genere due mesi

In genere si accede alla sala operatoria entro due mesi dalla diagnosi del tumore. Questo è il tempo necessario per approfondire l’esito della Tac sottoponendosi a ulteriori esami come:

  • la Pet,
  • la biopsia,
  • la spirometria,
  • la visita dell’anestesista.

«L’operazione chirurgica dura un paio di ore. Si procede eseguendo tre buchi di 8 millimetri di diametro per l’ingresso degli strumenti. Poi si fa una piccola incisione di circa 2-3 centimetri da cui verrà poi estratto il pezzo operatorio contenente il tumore. l minore trauma a cui viene sottoposto il torace si traduce in una degenza breve di tre giorni e una minore assunzione di antidolorifici rispetto all’intervento tradizionale. Anche le complicanze, in genere minori e reversibili, si presentano in meno del 10-15% dei casi».

Il risultato? Quando lo screening porta alla diagnosi precoce e il tumore viene operato nelle prime fasi, la sopravvivenza a cinque anni può salire fino al 90 per cento. Un ottimo motivo per continuare a lottare senza perdere la speranza.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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