Aumentano i casi di tumore al seno in Italia. Per il 2022 gli esperti stimano 55.700 nuove diagnosi. In termini percentuali la crescita è dello 0,5% rispetto al 2020. La tendenza al rialzo era attesa. I ricercatori dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro della Ue, dell’Università di Milano e dell’IRCCS CRO di Aviano sostengono che nei prossimi vent’anni le diagnosi dovrebbero aumentare tra il 2 e il 3% ogni anno. Le cifre sono contenute nel nuovo rapporto “I numeri del cancro 2022”.
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Aumentano i casi di tumore al seno in ogni fascia d’età
In realtà non c’entra solo il fatto che le mammografie siano saltate nei lunghi mesi della pandemia di Covid. Uno dei motivi principali, come avviene ad esempio per il cancro alla prostata, è il progressivo invecchiamento della popolazione, anche se non mancano casi in giovane età. Vi è però da dire che l’aumento delle diagnosi si registra in tutte le fasce d’età.
In totale il tumore al seno rappresenta:
- il 41% di tutti i tumori femminili sotto i 50 anni,
- tra i 50 e i 69 anni è al 35%,
- il 22% nelle donne over 70.
Pesano anche zona in cui si vive, fumo, sedentarietà e mutazioni genetiche
Ci sarebbero motivi anche geografici. L’incidenza è maggiore al Nord Italia con 163 nuovi casi su 100.000 donne ogni anno. Naturalmente gli stili di vita fanno la differenza. Sappiamo con certezza che fumo di sigaretta e abuso di alcolici sono due fattori di rischio evitabili molto importanti.
Anche la sedentarietà gioca un ruolo importante, insieme a sovrappeso o obesità. Ci sono poi fattori di rischio non modificabili, come le mutazioni genetiche, BRCA e BRCA1 in testa.
Aumentano i casi di tumore al seno: l’Italia resta tra i Paesi con i tassi di sopravvivenza più alti al mondo
La buona notizia è che nel nostro Paese vivono più di 834.000 donne che hanno avuto un tumore al seno. La mortalità è scesa del 6%, ma gli esperti vogliono attendere l’effetto Covid. Per il 2022 si stiamo però 12.500 morti per questa neoplasia. La sopravvivenza stimata a 5 anni, cioè la percentuale di pazienti che dopo 5 anni dalla diagnosi non sono morte per il tumore è tra le più alte in assoluto a livello mondiale: dell’88% (in media negli USA è dell’84%, nel Nord Europa varia tra l’81 e 84%). Questo, secondo gli epidemiologi, è legato proprio a un maggior numero di diagnosi in stadi precoci di malattia, che riguarda circa la metà di tutti i casi nel nostro Paese.
L’importanza dello screening di controllo
La differenza italiana sta nella partecipazione allo screening fa davvero la differenza. La sopravvivenza a 5 anni sale del 94% tra le donne in età da screening, significativamente più alta della sopravvivenza tra le donne più giovani (88%) e tra quelle più anziane (74%). La diagnosi precoce resta determinante per la cura del tumore. Nello stadio iniziale la sopravvivenza è del 100 per cento. Lo stadio II prevede una sopravvivenza dell’88 per cento. Nel terzo stadio ci si ferma al 71, mentre nel IV la discesa è ripidissima fino al 20 per cento.