Scoperto il meccanismo che fa sviluppare il tumore al polmone per inquinamento. Il fatto che lo smog sia uno dei fattori di rischio per questo tipo di cancro è cosa nota. Ora però uno studio si concentra sulle cause che provocano il tumore soprattutto nei non fumatori. La ricerca è stata presentata durante il congresso dell’European Society for Medical Oncology. L’inquinamento atmosferico in presenza di particolari mutazioni nei geni EGFR e KRAS nelle cellule dell’apparato respiratori facilitano lo sviluppo del tumore.
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Tumore al polmone: la situazione in Italia
Ogni anno in Italia si contano poco più di 40.000 nuove diagnosi di tumore al polmone. Due su tre si devono al fumo di sigaretta, che resta il primo e più importante fattore di rischio per questa malattia. L’esposizione al particolato PM2.5 però aumenta il rischio di cancro ai polmoni anche tra chi non ha mai fumato. Si tratta delle particelle di smog che sono così piccole da riuscire a raggiungere anche le parti minuscole dei polmoni.
Tumore al polmone per inquinamento: il ruolo di due geni che mutano anche per l’invecchiamento
La ricerca in questione ha analizzato dati di quasi 500.000 pazienti di cancro al polmone che mai avevano fumato. I risultati hanno dimostrato che l’esposizione a livelli elevati livelli di PM2.5 in presenza di mutazioni nel gene EGFR li predisponeva a sviluppare un tumore del polmone. I ricercatori hanno dimostrato che le mutazioni nei geni EGFR e KRAS, normalmente presenti nelle cellule di tumore del polmone, possono esserci anche nelle cellule sane. I dati presentati dal Francis Crick Institute nelle cellule sane di polmone sarebbero presenti mutazioni EGFR e KRAS in percentuali pari rispettivamente al 18% e 33 per cento. Queste mutazioni sono normali e spesso conseguenza dell’età. Quando però queste cellule sane con mutazioni in EGFR e KRAS vengono esposte al particolato atmosferico, in alcune si innesca un processo di trasformazione tumorale.
Tumore al polmone per inquinamento: il ruolo delle difese immunitarie
L’esposizione al particolato attiva alcune cellule del sistema immunitario, chiamate macrofagi, che innescano una risposta infiammatoria. A questo punto si forma l’interleuchina1-beta, che è in grado di stimolare la crescita delle cellule EGFR mutate, che come detto possono trasformarsi in tumore.
Si può fermare subito questa degenerazione?
Questa scoperta è importante sia per la diagnosi precoce sia per un trattamento delle lesioni prima che diventino cancro. Studi scientifici hanno dimostrato che assumere l’anticorpo monoclonale canakinumab abbassa le possibilità di sviluppare un tumore al polmone. Viene in genere prescritto alle persone con artrite reumatoide. Questo farmaco riesce a bloccare proprio l’attività dell’ interleuchina-1beta, la benzina per la trasformazione dei geni EGFR e KRAS. Assumere il farmaco ai primi segni di lesioni potrebbe avere la capacità di fermare lo sviluppo del tumore.