Intervento chirurgico e rigenerazione del fegato. Sono queste le due condizioni che permettono di guardare con cauto ottimismo quando si parla di tumori epatici. “Dobbiamo dire subito che abbiamo due tipi diversi di cancro al fegato. Abbiamo i tumori primari che nascono direttamente nel fegato e quelli secondari, che sono invece le metastasi, cioè cellule tumorali che arrivano al fegato, ma si sono sviluppate in altri organi”. Luca Aldrighetti è primario dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Epatobiliare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e Professore Associato dell’Università Vita-Salute San Raffaele.
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Il tumore al fegato in Italia
Le stime parlano ogni anno di circa 13.000 nuove diagnosi di tumori primari al fegato. In genere interessano di più gli uomini con un rapporto di circa 2 a 1. Sono significativamente più numerosi i tumori secondari, che come detto sono le metastasi che colonizzano il fegato provenendo da altri organi. Questo accade perché il fegato ha tra le sue funzioni quella di filtro dell’organismo. Ricevendo sangue praticamente da quasi tutto il corpo, diventa terreno fertile per metastasi.
Quali sono le terapie usate contro il tumore al fegato?
“La buona notizia è che abbiamo molte scelte terapeutiche contro questo tumore. In generale il trattamento migliore che si possa offrire a questi pazienti è l’asportazione o la distruzione. Ci sono anche i programmi di chemioterapia e le terapie mediche farmacologiche, ma chirurgia e distruzione restano il cardine del trattamento dei tumori del fegato”.
Asportazione e ablazione: in cosa consistono?
“L’asportazione chirurgica può essere eseguita con tecniche che progressivamente stanno diventando sempre meno invasive. L’altra è l’ablazione, la possibilità cioè di distruggere questi tumori. In che modo? Con aghi che vengono infissi nel tumore. Grazie a microonde o a onde a una determinata frequenza questi aghi sono in grado di distruggere i noduli tumorali. La condizione necessaria è che le dimensioni siano relativamente contenute, diciamo fino a un massimo di circa 3 centimetri. In caso contrario dobbiamo procedere con la chirurgia”.
L’importanza della diagnosi precoce
“Va da sé che come per tutti i tumori la diagnosi precoce sia essenziale. E non solo per la qualità di vita che resta un punto molto importante, ma anche per la possibilità di guarigione nel senso che da questo tumore si può guarire. Quindi prima si scopre il tumore, più piccola è la massa tumorale, più scelte terapeutiche abbiamo”.
“Detto ciò fortunatamente le varie tecnologie e le conoscenze acquisite consentono di lavorare puntando alla guarigione anche per tumori più avanzati. Quindi direi che la novità vera è che anche quando purtroppo la malattia viene scoperta in una fase più avanzata, possiamo intervenire, puntando ad ottenere la guarigione del paziente o una sua lunghissima sopravvivenza”.
La rigenerazione del fegato e il mito di Prometeo
“Questo è stato possibile grazie a un miglioramento tecnico e alle nuove conoscenze biologiche. Il fegato è infatti in grado di rigenerarsi. Conosciamo tutti il mito di Prometeo, che fu condannato da Zeus ad avere un’aquila che gli mangiava il fegato durante il giorno. Il fegato poi ricresceva durante la notte. Era stato condannato per aver rubato il fuoco agli dei per regalarlo all’umanità. Bene, in modo straordinario e che mi lascia sempre stupefatto questo che è un mito greco in realtà coincide con la verità”.
Rigenerazione del fegato accelerata dalle cellule staminali
“Il fegato è l’unico organo solido in grado di rigenerare. E questa rigenerazione è estremamente importante dal punto di vista della possibilità di asportare tumori, perché vuol dire che noi possiamo asportare anche grandi quantità di fegato. Negli ultimi anni abbiamo la capacità di stimolare questa rigenerazione epatica. Attraverso varie sperimentazioni si punta a stimolare con molecole particolari la crescita del fegato. Un esempio su tutti è l’utilizzo delle cellule staminali. Vengono iniettate nel fegato del paziente e si creano nuove cellule capaci di rigenerare il fegato. In questo modo siamo in grado di potenziare le nostre capacità di cura. Le piccole dimensioni del fegato dopo l’intervento chirurgico in realtà oggi non sono più un grande problema per questi motivi”.
In quanto tempo avviene la rigenerazione del fegato?
“Allora noi siamo un po’ più lenti del fegato di Prometeo, non riusciamo a farlo in una notte. Però in maniera straordinaria posso dire che oggi nel giro di sette-dieci giorni si è in grado sostanzialmente di aumentare le dimensioni del fegato fino al 30 per cento. La rigenerazione naturale richiederebbe diversi mesi. Attraverso la stimolazione possono bastare pochi giorni o qualche settimana”.
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