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Trombosi: uno stile di vita sano abbassa il rischio significativamente

Fai un salto di qualità nella tua vita. È questo lo slogan scelto per la sesta Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi, organizzata da ALT, l'Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie Cardiovascolari

Provoca ictus, infarto ed embolie polmonari. Solo in Italia la trombosi è tra le cause di una morte su quattro, ma solo il 30% degli italiani sa cos’è e più della metà ignora che le malattie da trombosi si possono evitare.

Queste patologie sono la prima causa di morte e di grave invalidità in Europa

Colpiscono in modo doppio rispetto ai tumori, ma possono essere concretamente evitate almeno in un caso su tre. Per sensibilizzare sulla conoscenza dei sintomi e della necessità di una diagnosi precoce il 12 aprile si celebra la Giornata Nazionale contro la trombosi, organizzata da Alt, l’associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus.

Gruppo San Donato

La situazione in Italia

Ogni anno in Italia muoiono 230.000 persone dopo essere state colpite da malattie da trombosi, che sono strettamente legate a errati stili di vita e a condizioni come ipertensione, diabete, alti livelli di colesterolo, sovrappeso, inattività fisica. Allarmanti anche i dati sull’obesità. Insomma in molti casi la prevenzione potrebbe salvare molte vite.

Quando avviene la trombosi

La trombosi avviene quando una piccola quantità di sangue si coagula all’interno di una vena o di un’arteria e aderisce alla sua parete, bloccando, parzialmente o totalmente, il passaggio del sangue attraverso quella vena. Il coagulo prende il nome di trombo.

Quando avviene nelle arterie può causare infarto e ictus. Quella venosa colpisce generalmente le gambe o le braccia, o in casi più rari le vene profonde dell’addome. Quando interessa le vene profonde viene chiamata trombosi venosa profonda (o TVP), quando colpisce le vene del circolo superficiale spesso viene chiamata flebite.

Fattori di rischio

Il rischio aumenta quando il sangue ristagna nelle gambe, ad esempio dopo un intervento chirurgico o quando restiamo per un lungo periodo fermi. Altri fattori di rischio sono le vene varicose, il fumo, la pillola anticoncezionale, specie per le fumatrici e il forte sovrappeso.

Sintomi

Tendenzialmente i sintomi della trombosi nella gamba vanno dal gonfiore all’arrossamento della parte colpita fino a dolore simile a un crampo, anche se può capitare che i segnali siano molto lievi. Nel braccio, pur essendo molto rara, circa tra il 2 e il 3% dei casi, si manifesta con dolore e gonfiore. Può succedere che il braccio e la mano diventino molto bianchi. Colpisce soprattutto chi fa grandi sforzi, come gli sportivi.

La diagnosi

Appena compare uno di questi sintomi bisogna immediatamente rivolgersi al proprio medico o se gonfiore e dolore sono molto intensi direttamente al Pronto Soccorso. L’unico esame che permette di confermare la presenza di un trombo è l’ecocolordoppler.

La terapia

In caso affermativo si comincia subito la terapia con farmaci anticoagulanti: se la diagnosi è precoce si evitano gravi conseguenze per la salute e per la qualità della vita.

Ci sono casi in cui bisogna stare particolarmente attenti

Le persone più a rischio sono le donne incinte, chi ha già avuto un trombo nel passato, chi è stato sottoposto a un recente intervento chirurgico, chi è immobilizzato a letto, chi fa uso di pillola anticoncezionale o di terapia ormonale sostitutiva per la menopausa o ancora chi ha un gesso o ha fatto un lungo viaggio in aereo. In tutti questi casi è meglio rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso.

La diagnosi precoce fondamentale

Se poi oltre ai sintomi della trombosi abbiamo anche la sensazione che ci manchi l’aria, dolore al torace o tosse con tracce di sangue dobbiamo immediatamente andare in ospedale, perché potremmo avere un’embolia polmonare: anche in questa situazione la diagnosi precoce è fondamentale.

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