Salute

Trichinellosi: sintomi, prevenzione e cura

Preoccupazione per un focolaio di questa infezione alimentare nel foggiano. I sintomi variano molto, ma questa tossinfezione può diventare molto pericolosa

La trichinellosi o trichinosi è un’infezione intestinale provocata da un parassita, chiamato trichinella. All’inizio questo verme si localizza nell’intestino per depositare le larve, che però poi si spostano nei muscoli. Le infezioni da trichinella richiedono una terapia farmacologica, che deve iniziare il prima possibile. Si tratta quindi di una zoonosi. Si definiscono in questo modo le malattie che hanno come causa la trasmissione da animale a uomo. In genere sono batteri, parassiti, funghi, ma anche virus. La trichinella può infettare i mammiferi, i rettili e gli uccelli. Tra gli animali i più colpiti sono i maiali, i cinghiali, ma anche i cani e i gatti.

Come avviene il contagio della trichinellosi?

Il contagio negli esseri umani avviene esclusivamente per via alimentare, attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta che contiene le larve del parassita. In genere si tratta di carne di maiale o di cinghiale. Non c’è mai stata trasmissione diretta da persona a persona. In genere l’incubazione dura da una a due settimane, ma in casi rari può essere anche di cinque giorni fino a un massimo di 45.

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Quali sono i sintomi?

Come spesso avviene con le infezioni che colpiscono l’intestino, i sintomi variano molto a seconda della persona colpita. In alcuni può avere sintomi lievi o moderati, in altri può condurre addirittura alla morte. Il sintomo principale in genere è la diarrea, che si ritrova in 4 infetti su 10. Poi ci sono:

  • dolori muscolari,
  • debolezza,
  • sudorazione,
  • edemi alle palpebre superiori,
  • fotofobia,
  • febbre.

Prevenzione della trichinellosi

Seguire alcune misure igienico-sanitarie è il modo migliore per non rischiare di essere infettati dalla trichinella. Quando mangiamo la carne, dobbiamo stare attenti al fatto che sia ben cotta. Per inattivare le larve eventualmente presenti è sufficiente cuocere la carne almeno per un minuto a una temperatura di 65 gradi centigradi. Il colore della carne deve virare dal rosa al bruno.

Attenzione alla macellazione fai da te

La selvaggina e i maiali macellati a domicilio devono essere esaminati da un veterinario per determinare l’eventuale presenza delle larve del parassita nelle carni. Se non si può verificare che la carne sia stata sottoposta a esame trichinoscopico, è bene congelarla per almeno 1 mese a -15°C: un congelamento prolungato, infatti, uccide le larve. Se macelliamo la carne in casa, occorre pulire bene gli strumenti. Va ricordato che salatura, essiccamento, affumicamento e cottura nel forno a microonde della carne non assicurano l’uccisione del parassita.

Quando si allevano maiali, bisogna impedire che mangino la carne cruda di animali, anche ratti, che potrebbero contenere il parassita.

Qual è la terapia?

Come si diceva all’inizio la terapia va cominciata il prima possibile. Nei casi lievi o moderati si usano farmaci per controllare i sintomi. Per le forme più importanti, occorre usare un antifungo o antiparassitario come il tiabendazolo. Questo farmaco può essere efficace per eliminare i parassiti adulti di Trichinella dal tratto gastrointestinale dell’uomo. Alcuni medici prescrivono l’albendazolo, un altro farmaco antiparassitario. Per le forme più resistenti in genere si usa il mebendazolo.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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